Lecco: ospite dei Dem, Zan spiega il 'suo' DDL. 'Urge una legge per la dignità di tutti'

"Riguarda la vita e la dignità delle persone colpite da crimini d'odio, per questo è estremamente urgente e necessario: su questi temi non possiamo mediare, nè tantomeno accettare giochi politici, perchè di mezzo ci sono i diritti, non di qualche minoranza ma di un'intera società". Così Alessandro Zan ha parlato dell'ormai celeberrimo DDL che porta il suo nome, il disegno di legge che prevede "misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere e sulla disabilità".

In attesa della ripartenza dell'iter per la sua approvazione, nella serata di ieri il deputato di origini venete è intervenuto alla Festa Democratica di Lecco per discutere del tema con il capogruppo del PD in Consiglio Comunale Roberto Nigriello e con la presidente dell'associazione Renzo e Lucio Dalila Maniaci, di fronte a un folto pubblico riunitosi presso il Circolo Libero Pensiero.
"Ormai tutti in Europa hanno una legge di questo tipo: guardando i numeri anche noi avremmo potuto approvarla, se Italia Viva non avesse affossato tutto" ha esordito Zan. "Siamo al sesto tentativo, ma il fatto è che qui non stiamo parlando di economia, di opere pubbliche, ma della vita delle persone, di donne e uomini colpiti da crimini d'odio, discriminati, spesso "danneggiati" sul piano fisico. È per questo che non possiamo più permettere giochi politici, cambi di passo. Il testo del DDL è frutto di una lunga mediazione, è stato costruito insieme: la stessa Italia Viva ne è stata "azionista di maggioranza", e a maggior ragione ora dovrebbe avere l'onestà di dire che ha cambiato idea, o almeno di spiegare qual è il vero problema che impedisce l'approvazione".

Alessandro Zan

Un concetto, questo, condiviso anche da Roberto Nigriello. "Renzi deve fare una scelta, non può stare sempre in una terra di mezzo" ha sostenuto l'ex assessore. "Anche il Presidente Mattarella e l'Unione Europea sottolineano che l'oggetto del DDL è necessario, quindi di che cosa stiamo parlando? Qualche modifica può essere accettata, a patto che il testo non venga snaturato, ma ora non ha più senso rimandare, continuare a dare priorità ad altro. Bisogna agire adesso".
A tal proposito, l'ospite di serata ha assicurato che a breve in Senato si chiederà di riprendere l'iter e procedere con la calendarizzazione, "se Italia Viva non farà altri scherzi": dopodichè si passeranno in rassegna gli oltre 1.000 emendamenti, 700 dei quali presentati solo dalla Lega, "per poi capire come affrontare la strategia parlamentare".

Dalila Maniaci e Roberto Nigriello

"Questa legge è attesa da almeno 25 anni" ha poi aggiunto Dalila Maniaci, giovane volto dell'associazione Renzo e Lucio che lo scorso giugno ha promosso a Lecco il primo (e molto partecipato) Pride. "Forse non c'è una grande percezione della sua urgenza perchè molte persone si sentono lontane dalla comunità LGBTQ+, eppure sono tantissimi i casi di discriminazione e violenza, che spesso non vengono nemmeno raccontati e registrati. È tempo di legittimare la loro esistenza, non possiamo più aspettare".
Fortemente voluto per contrastare non solo l'omotransfobia, ma in generale i crimini d'odio, secondo il suo primo firmatario il DDL Zan rappresenta in maniera concreta l'articolo 3 della Costituzione Italiana, sancendo il principio di uguaglianza tra tutte le persone e rimuovendo gli ostacoli che non consentono di rispettarlo. "Tirando in ballo la legge Mancino e il Codice Penale, Salvini sostiene che i reati di cui ci occupiamo rientrano già nell'aggravante dei "futili motivi", ma i crimini d'odio non sono niente di tutto ciò, perchè vanno a colpire la dignità. E se una persona viene insultata o picchiata in quanto gay, nera, ebrea o disabile - dunque per quello che è e non per quello che fa - è un'intera società a sentirsi minacciata e destabilizzata" ha riflettuto ancora Alessandro Zan, che più volte ha puntato l'attenzione sul fatto che, a suo dire, "gli italiani vogliono davvero questa legge, e la vogliono anche gli elettori di Lega e Fratelli d'Italia".

Dopo qualche accenno all'altrettanto dibattuto tema dell'identità di genere - "altro diritto fondamentale perchè sentirsi uomo o donna non è una scelta, ma un processo personale lungo e complesso" - Roberto Nigriello ha parlato infine del "problema culturale che affligge la nostra società, che non sempre riesce ad accettare la diversità". "È una questione di educazione, a scuola e in famiglia, una difficoltà che ci portiamo dietro da anni e che ora evidenzia il bisogno di una nuova mentalità" ha sostenuto.
Spazio, dunque, alle domande del pubblico, in attesa degli sviluppi della lunga vicenda del DDL Zan e - restando a Lecco - degli ultimi appuntamenti della Festa Democratica, che dopo una settimana di confronti e momenti di approfondimento, sempre con il filo conduttore dei diritti, si avvia ormai verso la conclusione.
B.P.
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