Pascoli sui monti per prevenire i roghi: sul Magnodeno 'ottima esperienza', si ripeterà

Carlo Greppi
Per il Magnodeno è stata una "prima volta", che però dovrebbe trasformarsi presto in un'esperienza fissa, regolamentata eventualmente tramite un'apposita convenzione di lunga durata applicabile poi anche ad altre aree sul territorio di Lecco. Ha dato senz'altro buoni risultati nei mesi estivi, infatti, la "collaborazione" che ha portato alla concessione a un pastore di alcuni spazi in quota per il pascolo controllato di greggi ovicaprini, nell'ottica di una più efficace attività di prevenzione degli incendi boschivi.
Frutto di un accordo tra il Comune e la Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino, ora rinnovato fino al 31.12.2022, l'iniziativa ha visto concretamente "sul campo" un uomo residente in zona con i suoi animali, che hanno trascorso buona parte dell'estate su versanti verdeggianti del Magnodeno contribuendo al costante mantenimento dell'erba a un'altezza limitata e riducendo dunque il rischio di roghi potenzialmente molto dannosi per quelle superfici, di fatto abbandonate da anni.
"Per noi si tratta di un'attività molto importante, che non riusciremmo a svolgere in altro modo con la stessa efficacia" ha commentato il presidente della Comunità Montana Carlo Greppi. "Il Comune di Lecco non fa parte del nostro ente, quindi sul Magnodeno non avevamo mai sperimentato questa pratica, che ora potrebbe però diventare una costante. Se per il capoluogo, infatti, si tratta di una novità, non si può dire lo stesso per altre località del nostro territorio come Calivazzo, il Cornizzolo e i boschi di Mandello del Lario, oltre che la Val Biandino, dove molti terreni sono gestiti e "controllati" in questo modo da anni con risultati importanti, grazie anche alla presenza di pastori che di fatto vivono per mesi in quota. Sul Magnodeno non ci sono stalle, quindi il proprietario degli animali si è attrezzato con una tenda riservandosi di tornare a casa quando ne aveva bisogno, abitando nei pressi della funivia per Erna. È stato fatto un ottimo lavoro, l'idea ora è quella di intervenire anche in altre zone vicine ampliando la convenzione" ha concluso Greppi.
Sembra proprio, insomma, che in estate le alture lecchesi siano destinate ad essere ricoperte in maniera costante da un "morbido manto bianco", con pecore e capre ad accogliere il passaggio degli escursionisti, ma soprattutto a tutelare un patrimonio naturale che troppo spesso rischia di andare letteralmente in fumo.
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