In risposta a Conrater: ma che storia è?

A proposito dell'intervento dell'ex Sindaco di Cernusco Antonio Conrater (CLICCA QUI).

Aveva ragione il COMUNISTA Antonio Gramsci, quando affermava "la storia insegna ma non ha scolari". Le considerazioni dell'ex Sindaco di Cernusco Lombardone Ing. Conrater nel suo intervento su Merate-online di mercoledì 18 agosto, “La tragedia dell’Afghanistan”, lasciano allibiti per la superficialità e la grossolanità con cui questo signore trancia giudizi storici a ruota libera. Stendiamo un pietoso velo sulla 'fioritura' dei Comitati di Liberazione Nazionale alla fine dell'occupazione tedesca su cui si è già soffermato l'amico Fulvio Magni, ma come si fa a sostenere, senza uno straccio di documentazione, che alla fine della Seconda guerra mondiale chi ha collaborato con gli occupanti è stato perseguitato, processato e condannato a pene umilianti, suggerendo un paradossale e anacronistico accostamento tra i partigiani che hanno liberato il nostro Paese dal nazifascismo e i Talebani afghani.
La pericolosa superficialità con cui oggi si discetta di storia trova nell’intervento del signor Conrater, una prova inconfutabile. E’ la storia ridotta a vacuo cicaleccio, a generica diatriba da dare in pasto ai leoni da tastiera che spopolano sui social. E poi, chi sarebbero, Ing. Conrater, gli epurati processati e condannati a pene umilianti? Forse tale Marcello Guida, fascista e Direttore della colonia di Confino politico di Ventotene (1939), beneficiario dell'amnistia Togliatti che in seguito divenne Questore di Milano e diresse le indagini sulla Strage di Piazza Fontana indirizzandole, guarda caso, verso la pista anarchica?
Oppure il principe Junio Valerio Borghese, nazifascista comandante della X Flottiglia MAS, il quale, finita la guerra e condannato a 12 anni di carcere, fu subito liberato grazie all’aiuto e alla pronta collaborazione fornita agli americani e, dopo aver beneficiato dell’amnistia Togliatti, terminò le sue "sofferenze" organizzando nel 1970 un colpo di Stato che per fortuna fallì? O forse gli autori dei numerosi crimini commessi contri la popolazione civile jugoslava durante l'occupazione fascista, massacri e rappresaglie ampiamente documentate, per le quali nessun responsabile militare dell'Esercito italiano e della Milizia ha mai pagato con un giorno di prigione. Concludo, citando un documento del gennaio 1953, inviato dal Ministero di grazia e Giustizia alla ‘bolscevica’ Segreteria della Presidenza del Consiglio (Governo De Gasperi, fonte: Ministero di Grazia e Giustizia, 21 gennaio 1953), documento che contiene i dati aggiornati al 31 dicembre 1952 dei condannati e giustiziati per collaborazionismo, nel quale si rileva che "dei 5594 condannati per collaborazionismo, 5328 sono stati scarcerati anticipatamente per amnistia, indulto, grazia o liberazione condizionale. Rimangono soltanto ancora detenuti n.266 per alcuni dei quali tuttavia la pena originariamente inflitta con sentenza di condanna, oltre che ridotta per effetto di generali provvedimenti di indulto, è stata ulteriormente diminuita con singoli provvedimenti di grazia" (A.C.S., P.C.M., Segreteria De Gasperi, b.1).
Altro che pene umilianti! Il suo intervento, Ing. Conrater, prende l’abbrivio da un vezzo odierno molto diffuso presso opinionisti abituati a menar fendenti con la clava. Si chiama 'uso politico della Storia', io però lo definirei ‘abuso politico della Storia’, ma la Storia non si scrive con la clava.
Alberto Magni, Insegnante
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