Un grande piano per la Scuola, più docenti e aule: se non ora quando?
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Alessandro Magni
Pensiamo al problema disabili, che richiederebbe un ampliamento di interventi strutturali e in particolare un grande piano di ampliamento del numero delle aule nelle scuole e degli insegnanti. Questo intervento poi poteva venire incontro al fenomeno Covid. Ma perché abbiamo detto disabili e piano di ampliamento delle aule scolastiche?. Semplicemente perché in tutti gli ordini di scuola, ma specialmente nelle paritarie e in quelle dell'infanzia in particolare, dove ci sono o dovrebbero essere disabili le aule sono carenti. Sono carenti perché secondo la normativa in atto le scuole, classi o sezioni non devono, qualora ci sia un disabile, superare i 20 alunni, aumentabile del 10%. Questo vorrebbe dire più classi, più insegnanti per via della disaggregazione delle classi o delle sezioni. Il problema è secondo me diffuso, ma particolarmente concentrato nelle scuole paritarie.
Qui, proprio perché i contributi statali sono funzione di tre fattori, scuola, numero di sezioni e presenza di handicappati, non si lesina affatto ad accaparrarsi di un numero anche spropositato di disabili, né basta una semplice e anteriore dichiarazione della presenza di disabili e non sembra necessario una certificazione degli stessi a posteriori. Evidentemente nessuno controlla. Fatto salvo che il problema una volta assunto e il contributo per disabile percepito venga poi trasferito, a cascata, negli altri ordini di scuola. Per esempio nel Comune di Lecco, dove risiedo la maggioranza dei disabili viene a trovarsi nelle sezioni per l'infanzia paritarie. E non importa che non ci siano insegnanti di sostegno in assoluto, sostituiti da educatori professionali comunali, ma non per questo abilitati, o manchino soprattutto aule dove fare nuove sezioni e dove disaggregare le stesse. Sempre secondo la normativa in vigore.
E' per queste ragioni che un piano per l'ampliamento delle sezioni va fatto. Che sia comunale o provinciale, per i rispettivi livelli di competenza, e non sia tutto lasciato in mano a dirigenti territoriali. Che oltre a far finta di niente, contrattano però, a discrezione, la chiusura di tante scuole che non raggiungono i 15 frequentanti, come normativa prescrive. E' del tutto evidente che questo ampliamento non può essere concesso ampliando a dismisura i già numerosi contributi comunali, così come è evidente che il problema non riguardi solo la nostra provincia ma tutto il Nord Italia, dove il problema è più diffuso. Evidentemente la riduzione dei contributi ai Comuni ha permesso che i servizi ai cittadini fossero ridotti e ha permesso di dire che la scuola andasse solo tagliata. Perché già satura di persone o cose Stante che le norme in atto non fossero controllate neppure dai cittadini, a volte, masochisticamente, complici.
Alessandro Magni