Lecco: il Green pass equiparato all'apartheid, quarto sabato in piazza per i 'dissidenti'

Quarto sabato in piazza per i no Green Pass lecchesi. Dopo una settimana di stop a ridosso di Ferragosto, i contestatori del "certificato verde" sono tornati a radunarsi ai piedi della statua dedicata al Cermenati.

Questa volta con una piccola impalcatura come palco. Una scelta non casuale, come spiegato da Paolo Negri, anima del movimento che muta il proprio nome da "Libera scelta" a "Libera resistenza", per una questione di "sovrapposizione" con altro gruppo e per sottolineare ulteriormente l'intenzione di non demordere, continuando ad opporsi a quello che dal pubblico, Christian, autodefinitosi "libero cittadino lecchese", ha bollato come un "passaporto politico".

"Questo "trabattello" è il simbolo del Paese che stanno distruggendo" ha sottolineato il capo banda con il solito coinvolgimento, citando tutti quei lavoratori messi in ginocchio prima dalle chiusure imposte poi dalle successive limitazioni, fino ad arrivare proprio al Green Pass, contestato in toto da una piazza che non accetta invece la definizione "No vax" in quanto tale etichetta "manca di rispetto a chi di noi ha fatto il vaccino", è stato detto in apertura, lasciando però poi la parola a un partecipante che, senza giri di parole, si è detto contrario ad ogni tipo di vaccinazione per questioni personali. Suo figlio - secondo quanto asserito - sarebbe diventato autistico proprio a seguito di una inoculazione. Applausi per lui dai circa 150 presenti, in calo rispetto ai primi raduni, complice forse il caldo e il periodo ancora di ferie.

"Free vax" è la definizione giusta, invece, secondo il dottor Paolo Gulisano, camice bianco dell'ASST di Lecco, tornato a prendere la parola dopo l'intenso intervento del 7 agosto scorso. Dal palco ha ribadito infatti nuovamente come il vaccino in somministrazione (per il quale due dosi ora non sembrano più sufficienti) sia sperimentale e come a suo avviso non dovrebbe essere imposto bensì inoculato su base personale, volontaria e libera. Il Green Pass e l'idea sottostante, invece, si tradurrebbero in una nuova apartheid, generando cittadini di serie A e cittadini di serie B. Non risparmiando nemmeno la Chiesa - "quella vera non è quella di Bergoglio" - Gulisano ha proposto anche il nome "dissidenti", con riferimento a "chi pensava liberamente nei regimi totalitaristi".

"Noi non abbiamo paura del Drago. Come lo ha sconfitto San Giorgio con la sua spada, noi abbiamo la nostra lancia, la lancia della verità", il nuovo slogan, tirando in ballo il presidente del consiglio in un gioco di parole, snocciolato da Negri, dando appuntamento anche per sabato prossimo ma non a Lecco. Il popolo No Green Pass è chiamato infatti a raccolta per la manifestazione "interprovinciale" prevista alle 18 in Duomo a Milano.
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