Afghanistan: 'Lecco pronta a fare la sua parte per i profughi'. 30 i residenti nella nostra provincia

Mauro Gattinoni
Anche Lecco è pronta a fare la sua parte. Il sindaco Mauro Gattinoni si unisce alla schiera di fasce tricolori di tutto lo Stivale che, per il tramite di Anci, hanno manifestato la disponibilità all'accoglienza degli afghani che, con il ritorno al potere dei talebani, temono ora ripercussioni e chiedono di poter lasciare il Paese per mettere in salvo loro stessi e le loro famiglie. "Ciò che sta accadendo in Afghanistan non può lasciarci indifferenti" scrive il primo cittadino lariano. "Accanto al ruolo fondamentale di Governo e Parlamento, in un quadro d'impegno europeo, come Sindaci delle principali città italiane abbiamo dato disponibilità per l’accoglienza e l'assistenza concreta delle persone in difficoltà, a partire da coloro che hanno collaborato in questi anni con l'Italia e le organizzazioni umanitarie".

Un messaggio il suo, in linea con quello a firma del collega di Prato Matteo Biffoni, quale delegato Anci per l’Immigrazione. “Non c’è tempo da perdere, sappiamo bene come i civili che hanno collaborato con le nostre missioni in Afghanistan oggi siano in forte pericolo, soprattutto donne e minori. Il Governo si sta muovendo per salvare vite umane, attraverso l’azione delle prefetture sul territorio e i sindaci mettono a disposizione la propria esperienza" si legge in una nota diffusa dall'Associazione Nazionale Comuni Italiani nelle scorse ore. “Dobbiamo essere molto concreti. Sarà la storia a dare un giudizio su questi ultimi vent’anni di presenza militare in Afghanistan, oggi siamo consapevoli che è il momento di aiutare il Governo a mettere in salvo vite umane. Come scritto al ministero dell’Interno, siamo pronti ad ampliare la rete Sai già presente nei nostri territori per poter accogliere e inserire le famiglie che rientrano nel programma di protezione definito dal Governo del personale civile afghano collaboratore del contingente militare nazionale, la cosiddetta Operazione Aquila. Un intervento che già è stato messo in atto tra il 2014 e il 2019, ma che davanti alla ritirata dei contingenti occidentali assume dimensioni maggiori, quanto meno per mettere subito in sicurezza le famiglie dei collaboratori del contingente militare a Kabul e presso il comando di Herat".

Nel 2019 erano oltre 2.6 milioni gli afghani rifugiati nel mondo. In Italia, i cittadini stabilmente residenti, escludendo dunque i richiedenti asilo, al primo gennaio 2020 erano 11.121 di cui solo 1.232 esponenti del gentil sesso. Nel lecchese, alla stessa data, risultavano presenti 30 persone (regolari), il numero più alto dell'ultimo lustro (erano 14 nel 2016, 18 nel 2017, 24 nel 2018 e 26 nel 2019). La concentrazione maggiore a Lecco con 15 unità. 9 a Mandello, 2 a Robbiate, una a Valmadrera, Malgrate, Colico e Cremeno.

"Desidero fin d’ora ringraziare quei lecchesi che, in queste ore, hanno già manifestato la propria disponibilità a prestare aiuto" la chiosa di Gattinoni. "Tra qualche settimana ricorderemo l’11 settembre del 2001, gli attentati terroristici che portarono all'operazione militare in Afghanistan. A vent'anni di distanza, di fronte al dramma per donne, bambini e minoranze, non possiamo accettare di subire la vergogna di essere stati inermi".

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