Lecco: 'a Youssef piaceva vivere la vita', il fratello ricorda il 21enne annegato nell'Adda. L'ultimo viaggio sarà verso il Marocco

Youssef Janoui
Per quel che ne sa il fratello maggiore, quello di ieri per Youssef Janoui, era il primo tuffo dal ponte di Brivio. Il primo e l'ultimo. Dopo l'adrenalinico volo dall'arcata dell'infrastruttura a scavalco dell'Adda, la corrente lo ha inghiottito, restituendone poco dopo il corpo esanime. Aveva soltanto 21 anni. “Non sappiamo perché con gli amici fosse lì. Di solito lui andava sempre a fare il bagno a Vercurago. L'unica cosa che ci consola è sapere che non è rimasto sotto molto. Lo hanno trovato subito e non possiamo che ringraziare la ragazzina, di appena tredici anni, che ha provato a salvarlo pur non riuscendo a portarlo poi a riva”. Parla piano, con compostezza, Allal. “E' andata così” aggiunge, senza lasciar trapelare rabbia. “E' un peccato, era davvero un bravo ragazzo” gli fa eco un connazionale, trasudando fatalismo e rassegnazione dinnanzi ad una morte tanto improvvisa e imprevedibile, fuori dall'uscio dell'immenso palazzone affacciato sul parcheggio del Centro Civico di Germanedo, all'ombra dell'Ospedale Manzoni, dove la famiglia Janoui vive.
Youssef era nato in Italia, da genitori marocchini che lasciata Casablanca hanno cercato miglior fortuna a Lecco. Era il terzo di quattro fratelli. Oltre ad Allal, lascia le sorelle Fatima e Saad. Aveva studiato alla Stoppani e per poi diplomarsi e iniziare a lavorare, meno di un anno fa, al Mollificio Sant'Ambrogio. Sabato, scattate le meritate ferie, sarebbe dovuto partire per il mare. Con gli amici di sempre, quelli con cui condivideva pomeriggi e serate. “Era ben voluto da tutti, era un ragazzo che portava rispetto. Noi fratelli avevamo un bel rapporto tra di noi”. Tifosissimo del Milan, giocava a calcio nella Rovinata. “A Youssef piaceva vivere la vita”, aggiunge Allal scuotendo la testa. Una vita spezzata da un tuffo nel giorno sbagliato, con il fiume troppo alto e troppo vorticoso.
L'ultimo viaggio del 21enne sarà ora verso il Marocco: la famiglia ha deciso infatti di rimpatriare la salma, per la sepoltura a Casablanca dove ancora vivono i parenti più stretti. Oggi dunque per il padre e per il fratello è il giorno della burocrazia, tra Consolato e Azienda sanitaria. Con un dolore incolmabile in cuore.


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A.M.
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