Milano-Tokyo in Vespa: dopo quasi 15.000 km si ferma il viaggio di Cofferati, nel ricordo di Patrignani

Si è concluso sulla spiaggia russa di Korsakov, dopo 14.985 chilometri, l'avventuroso viaggio di Fabio Cofferati, che sulle orme del giornalista, motociclista e scrittore Roberto Patrignani si era posto come obiettivo quello di percorrere la tratta Milano-Tokyo in sella a una Vespa VBB2T del 1963, proprio come aveva fatto il mandellese che nel 1964 aveva guidato dal capoluogo lombardo fino al Giappone in occasione delle Olimpiadi, peraltro in corso nella capitale proprio in questi giorni.

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"Ho fatto 30, non ho fatto 31, ma in cuor mio ho fatto 32" ha commentato con emozione Cofferati, comunque autore di una vera e propria impresa, spiegando di aver interrotto il suo "tour" sulla spiaggia di Sakhalin, sulle rive dell'Oceano Pacifico, a soli 43 chilometri dall'isola giapponese di Hokkaido, "perchè umanamente era impossibile fare di più" (a fermarlo sono state le limitazioni imposte per la pandemia, con la chiusura delle frontiere nipponiche).


Fabio Cofferati a Lecco, tra Franco Patrignani e il presidente del Vespa Club cittadino Ivan Redaelli



"L'importante è che questo viaggio sia iniziato e sia proseguito, è lo spirito che conta" ha proseguito il vespista, partito il 12 giugno scorso da Salsomaggiore Terme, dove vive, e transitato all'ora di pranzo del giorno successivo da Lecco. Qui ha incontrato anche Franco Patrignani, figlio dello scrittore mandellese, che lo ha accompagnato per un tratto di strada.


Alcune foto scattate lungo il viaggio e pubblicate su Facebook



"Ho affrontato questa esperienza in memoria di Roberto, un giornalista, un avventuriero, anche un po' pazzo: è grazie a lui se oggi sono qui e se migliaia di amici hanno potuto sognare con i suoi racconti. A tal proposito vorrei ringraziare la sua famiglia, Marzia, Franco e la moglie, che fin dal primo momento mi hanno dato fiducia e mi hanno sostenuto, ma anche Enrico Piaggio per aver pensato la Vespa, Corradino D'Ascanio per averla disegnata e tutti gli operai dell'azienda per averla realizzata: è un patrimonio dell'umanità, non dobbiamo mai dimenticarlo".





"Questo viaggio è stato difficile e lungo, ci sono stati molti problemi burocratici dovuti al Covid" ha aggiunto Cofferati, passato attraverso numerose terre eurasiatiche fino ad arrivare in Russia. "Lungo la strada ho spesso percepito la presenza di Roberto, a volte era come se fosse al mio fianco, mi stesse sorridendo e incitando ad andare avanti: sono sicuro che mi ha protetto, insieme alla mia mamma [...]".




"Per me è stato un grande onore portare alti i nostri colori, anche dove c'era gente che la Vespa prima d'ora non l'aveva mai vista" ha concluso, assicurando che a tempo debito ringrazierà "a dovere" tutti coloro che lo hanno supportato nel suo viaggio. Ora il ritorno in Italia, "con gli occhi pieni di colori e il cuore colmo di gioia": di storie da raccontare ne avrà in abbondanza...
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