Lecco: il Premio Lucia alla narrativa a Rosa Teruzzi. I suoi racconti nascono in un casello a Colico

Il “buen retiro” è un vecchio casello ferroviario di Colico: è il luogo che la giornalista milanese ma in questo caso giallista Rosa Teruzzi ha scelto per scrivere i suoi libri che hanno spesso come sfondo il lago, «che amo perché ci venivo fin da piccola con la mia famiglia a fare i pic-nic». E’ stata la stessa Teruzzi a raccontarlo nell’incontro tenutosi in piazza XX Settembre, in occasione del ritiro del Premio Lucia per la narrativa al femminile, assegnato nell’ambito del Lecco Film Fest.

Rosa Teruzzi premiata da Luca Morari. Sotto con Tiziana Ferrario

«Amo tantissimo i treni – ha raccontato la scrittrice - E quando cercavamo una casa per le vacanze a Colico abbiamo visto questo vecchio malandato casello ferroviario: abbiamo partecipato all’asta e l’abbiamo comprato. Poi ci sono voluti dieci anni di lavori per sistemarlo».
Colico e caselli ferroviari sono tra l’altro elementi che ritornano nelle storie, gialli definiti gentili perché non indulgono «nel pulp o nel gradguignolesco». Colico ritorna perché originarie di Colico sono le coprotagoniste della serie che vede in primo la poliziotta Vittoria. Le cui indagini sono però molto aiutate dalla mamma fioraia e dalla nonna insegnante di yoga. Le quali vivono proprio in un casello ferroviario anche se al Giambellino uno dei quartieri di Milano tra i più letterari. E nell’ultimo libro (“Ombre sul naviglio”) incontrano una scrittrice che, a sua volta, vive in un casello ferroviario.

Primo a destra don Davide Milani

Donne forti, donne protagoniste, dunque, nelle storie di Teruzzi. E di donne, donne gialliste e donne scrittrici in genere, si è parlato nell’incontro condotto dalla giornalista Tiziana Ferrario che del Premio letterario (volto a valorizzare proprio la scrittura delle donne) è ideatrice. E di donne si è parlato anche per la cronaca nera – della quale Teruzzi si è a lungo occupata per il lavoro giornalistico - che troppo spesso si occupa di donne uccise dai compagni «per troppo amore», sottolineando quindi la necessità di un’educazione fin dall’infanzia affinché l’amore non sia confuso con il possesso.
A consegnare il premio (il libro-lampada del festival) a Rosa Teruzzi è stato Luca Morari, amministratore delegato di Ricola Italia, uno degli sponsor della manifestazione lecchese organizzata dalla Fondazione ente dello spettacolo e da Confindustria Lecco-Sondrio.

Donatella Finocchiaro

Il tema della donna, del resto, è il filo conduttore del Lecco Film Fest. Ancora di donne e del mestiere di attrice si è quindi parlato anche nel corso del successivo incontro previsto dal programma del festival, quello con l’attrice Donatella Finocchiaro, intervistata dal giornalista Paolo Baldini. E proprio dei mutamenti del lavoro dell’attrice negli ultimi vent’anni – tanti quanti quelli della carriera cinematografica di Finocchiaro si è parlato, tra le altre cose, nel corso dell’incontro. Facendo emergere come sia raro un film che veda una protagonista donna: «Al mio debutto in questo lavoro – il racconto – era un periodo d’oro. Il 2000, si parlava di una primavera del cinema. E io ho avuto la fortuna di essere nel posto giusto al momento giusto visto che mi venne offerta la possibilità di interpretare un ruolo da protagonista. Quando mai, per una debuttante? La produttrice mi ripeteva: “Ma ti rendi conto di quello che stava succedendo alla tua vita?” Non ci dormivo la notte. Poi c’è stato una specie di stop, si sono fatte tante commedie con protagonisti maschili. In effetti, in Italia non è comune un film con una protagonista: A differenza dell’America e della Francia…»
D.C.
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