Lecco: 'Ingresso vietato a no-vax et similia'. In un cartello la 'protesta' di un negoziante

La sua non è una provocazione (“non sarei nessuno per farlo”). Quella di Oreste Bellinzona è una presa di posizione forte e ragionata. Sulla porta di ingresso della sua Galleria (d'arte) con sede in via Azzone Visconti a Lecco da qualche giorno campeggia un cartello su sfondo nero azzurro (si, proprio i colori dell'Inter, del resto il 76enne è abbonato a San Siro da quando andava ancora alle elementari ed è risaputo essere un tifoso sfegatato della squadra del Biscione): “Ingresso vietato a no-vax et similia”.

L'accesso alla Galleria

Una frase inequivocabile. Che riporta tristemente al tempo delle leggi razziali quando l'accesso alle botteghe (ma anche alle scuole) era interdetto agli ebrei. Non nella sua idea. “E' come appendere “vietato fumare”. Sono un bottegaio da tanti anni e a casa mia si rispetta un certo atteggiamento” puntualizza infatti Bellinzona. “Io alla mia età ci sono arrivato ma non ne posso più di vivere in un Paese dove non siamo in grado di promulgare una legge e farla rispettare. La problema pandemia è talmente enorme che non dovrebbe nemmeno esistere questioni” sostiene, contattato telefonicamente, a poche ore dal ritorno in piazza – come già la scorsa settimana – anche a Lecco del popolo dei “no” o “ni” green pass.

Il testo del cartello

“Io mi affido alla scienza, non ai cialtroni” afferma ancora Bellinzona, che ha fatto della passione per l'arte e per il bello la sua vita. “Sia chiaro, anche la scienza può sbagliare ma preferisco affidarmi a chi ha studiato per quello che fa e non a chi parla dopo aver consultato i social o inseguendo followers. Lo dico chiaro: mi sono rotto di vivere in un mondo di coglioni che si credono virologi”. Concetto chiarissimo. Poi, bhe, ci sarebbe la normativa, ma evidentemente questo è altro tema...
A.M.
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