Lecco Film Fest: a Maria Rita Parsi il Premio letterario Lucia alla carriera

Le donne, i bambini, i giovani, il mondo virtuale e quello reale, la pandemia con le sue ricadute psicologiche, l’ambientalismo e Greta Thunberg («Salvare la terra è salvare se stessi») derisa per la sua disabilità («Eppure disabilità e anzianità sono un patrimonio»), i riferimenti mitologici e quelli biblici, i ricordi personali: tanti i temi toccati da una Maria Rita Parsi, a ruota libera, nell’incontro in piazza XX Settembre nell’ambito del Lecco Film Fest. Psicoterapeuta, docente e scrittrice, Parsi ha ricevuto il Premio letterario Lucia alla carriera per l’impegno a favore dell’infanzia.

La consegna del Premio da parte di don Davide Milani e Tiziana Ferrario a Maria Rita Parsi

Il Premio che prevede altre due sezioni (saggistica e narrativa per le quali le premiazioni sono in programma nella giornata di domani) è la novità di questa seconda edizione del festival cinematografico organizzato dalla Fondazione Ente per lo spettacolo presieduto dal prevosto lecchese don Davide Milani.
L’idea di inserire il riconoscimento letterario – per «valorizzare il talento delle donne scrittrici» – è della giornalista Tiziana Ferrario che fa parte del comitato scientifico del festival lecchese e che con altre tre giornaliste (Luisa Ciuni, Nicoletta Sipos ed Elena Mora) costituisce la giuria del Premio.

E’ stata la stessa Ferrario a condurre l’incontro in piazza, tra gli appuntamenti della terza giornata del Lecco Film Fest.
Incontro che, come detto, ha toccato molti temi sensibili che, naturalmente, non potevano trascurare la pandemia che da ormai un anno e mezzo condiziona le vite di tutti e che soprattutto tra i giovani sta facendo registrare strascichi drammatici, «perché il covid 19 lo stiamo affrontando, ma il vero covid è il burnout (il crollo psichico, ndr)». Il ricorso alla didattica a distanza «ha provocato nei giovani danni incredibili, alle prese già com’erano con i social che ormai sono una realtà. E pertanto richiedono una vera e propria educazione su «come «usare virtuosamente il virtuale». Per evitare di vivere in un mondo parallelo. E su questo fronte, la battaglia deve essere combattuta delle famiglie e dalla scuola alle quali occorre dare «il massimo delle risorse e il massimo della formazione». E’ necessario pensare a scuole che diventino case della cultura «aperte dalla mattina alla sera con personale opportunamente formato. Che abbiano biblioteche e musei: abbiamo capolavori negli scantinati che potrebbero fare felici i nostri bambini».

E parlando di famiglie, si parla di donne, di quelle donne alle quali è ancora affidato il compito della “cura”, della donna paragonata ad Atlante che regge il mondo e che nei momenti di maggiore stanchezza chiede aiuto a Ercole perché per un attimo quel mondo se lo prenda lui sulle spalle. E così accade nelle famiglie, Atlante nella realtà è un’Atlanta. E allora «dite agli uomini di diventare come San Giuseppe» che si è fatto carico della madre di Dio.
«L’unico vantaggio di questo periodo – ha aggiunto Parsi - è stato quello che la mascherina ci ha costretti a guardarci negli occhi». Che è una maniera di dare misure nuove ai rapporti fra le persone.
D.C.
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