Val Biandino: 35 anni di matrimonio e di... fatica in alpeggio, con la sveglia alle 3 per produrre 50 stracchini al giorno. Con passione

Seguendo la strada carrozzabile che parte da Introbio, in due ore e mezza di cammino circa si raggiunge la Val Biandino. Qui trascorrono quattro mesi l'anno i bovini di tre aziende agricole valsassinesi, titolari di altrettante malghe. Vanno in alpeggio, insomma, nel periodo estivo.

La loro trasferta inizia con la “monticazione” e termina poi con la discesa a valle a fine stagione. Una pratica, questa, che ha alle spalle nozioni - trasmesse di generazione in generazione – legate alla conoscenza del territorio e delle zone prative dove, specifiche essenze, appetibili agli animali, conferiscono poi ai formaggi le determinate qualità ricercate.

Antonella e Natalino

Antonella Doniselli è la titolare di una di queste aziende: è di Pasturo e con il marito Natalino effettua la transumanza a Biandino. La famiglia di lui sale in questo alpeggio da ben cinque generazioni.
"Il prossimo ottobre – racconta lei - festeggeremo 35 anni di matrimonio: da allora ho la mia azienda agricola. All'inizio mio marito lavorava in fabbrica, poi, con la costruzione della stalla aziendale si è licenziato e abbiamo continuato insieme ad occuparci delle nostre mucche".

Prima di conoscere Natalino frequentava la Valsassina?
Si, in estate salivo sempre sui monti di Pasturo, i miei nonni possedevano diversi capi di bestiame, facevano i bergamini: in inverno si scendeva in pianura, nel milanese, poi mio padre ha deciso di costruire una stalla e fermarsi tutto l’anno in Brianza e continuare lì con l’allevamento.

Invece la famiglia di Natalino?
Il nonno, padre di sua madre (anche lui di nome Natalino), possedeva i pascoli che utilizziamo noi qui a Biandino. Anche loro praticavano la transumanza estiva proprio come noi.

Come si svolge una giornata in alpeggio?
La sveglia suona alle 3 del mattino: siamo mio marito, io e altri due ragazzi valsassinesi che frequentano la scuola agraria a Sondrio e in estate non avendo impegni scolastici ci aiutano. Poi abbiamo il nostro fidato Tarzan, cane pastore inseparabile che accudisce il bestiame. Una volta svegli si passa subito alla mungitura meccanica delle vacche che dura circa due ore e mezza. Mentre gli uomini mungono io comincio a preparare il caseificio: accendo la stufa e sistemo la caldaia. Messo il caglio nel latte facciamo colazione, poi i ragazzi riposano fino alle 8 circa quando conducono le vacche a pascolare. Nel frattempo io continuo il mio lavoro di caseificazione.

Quanto latte mungete al giorno?
La mungitura del mattino, con le vacche che hanno riposato tutta notte, ha un quantitativo di latte di circa 300 litri, mentre quella pomeridiana delle 14 da un po' meno, circa 250 litri. In totale gli stracchini prodotti giornalmente sono circa 50.

Attualmente quanti animali possedete?
Abbiamo una cinquantina di capi, tra quelli in lattazione, in asciutta e i vitelli.

Durante la monticazione la notte rimangono sempre all’aperto?
I capi adulti sì, sono sempre fuori, mentre i vitelli durante la notte vengono messi in stalla e gli viene dato il siero rimanente dalla lavorazione del latte e anche del fieno. In giornate come questa di brutto tempo e pioggia continua i vitelli hanno bisogno di stare al riparo dalle intemperie.

Lei e suo marito avete figli?
Si, ho un maschio di 33 anni, Valerio, che è ingegnere e Monica di 32 che fa la ragioniera.

Hanno scelto strade diverse dalle vostre.
Si, sono molto soddisfatta dei miei figli, quando abbiamo bisogno ci aiutano in azienda: sia Valerio che Monica sanno fare qualsiasi mansione, dalla mungitura alla caseificazione.

La vostra, in alpeggio, è una giornata piena e stancante. Sente mai il desiderio di cambiare?
No, non cambierei mai questa vita (che ho scelto) e il lavoro che faccio, perché mi spinge la passione e sono felice della strada intrapresa.
M.A.
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