Introbio: serata di sensibilizzazione sull'autismo con la testimonianza di mamma Laura

Villa Migliavacca a Introbio illuminata di blu sabato sera per l'evento di sensibilizzazione sull’autismo e la presentazione del libro “Dado e le farfalle silenti” del mandellese Alberto Magatti.


“Quella di oggi è stata una giornata particolare perché abbiamo salutato la piccola Margherita, anche lei affetta da un malattia genetica: ho chiamato la mamma Giuditta e le ho parlato di questa iniziativa, che mi ha detto di confermare perché questi appuntamenti sono importanti e servono alla ricerca” ha esordito il sindaco di Introbio Adriano Airoldi.

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“Dopo una diagnosi di autismo la prima porta a cui vai a bussare è quella del tuo Municipio di residenza: è bello trovare sensibilità e attenzione, perché significa una fatica in meno per noi” ha invece affermato Morena Fazzini - presidente dell’associazione "Illumina di Blu Valsassina" a cui è stato destinato tutto il ricavato dell'evento - che ha voluto ringraziare il Comune di Introbio per l’ospitalità e per l’opportunità di far conoscere alle tante persone presenti la realtà dell’autismo, che la dottoressa Paola Demurtas ha illustrato in una breve presentazione.



“In Italia un bambino su 77 ha lo spettro dell’autismo, che è più presente nei maschi che nelle femmine" ha spiegato. "E’ importante avere una diagnosi precoce: i pediatri hanno un ruolo fondamentale, ma non bisogna sottovalutare nessun comportamento e le mamme devono essere ascoltate se notano qualcosa di strano. Un minore affetto da questa sindrome è come una persona in un paese straniero, che non riesce a farsi capire e prova a farsi intendere in modi diversi. Anche il ruolo delle insegnanti è molto importante, perché possono indicare alle famiglie atteggiamenti inusuali”.


Ha fatto seguito la testimonianza Laura Magni, che ha raccontato cosa significhi avere un un figlio affetto da autismo. “E’ difficile capire i comportamenti, e soprattutto accettarli. Il mio consiglio è quello di affidarsi a qualcuno, chiedere consiglio e quando si ha un dubbio andare a fondo, perché la diagnosi precoce può fare la differenza. Mio figlio Luca ha 20 anni, frequenta una scuola a Lecco, ha molti amici e questo per me è un vanto, perché si gestisce bene nella vita quotidiana, esce persino in bicicletta. In lui però c’è quasi sempre il silenzio: prova ad esprimersi ma non sempre riesce, a volte è come se si isolasse da noi. Gli abbiamo insegnato tante attività "normali", gli abbiamo anche affidato delle pecore di cui prendersi cura. Non è facile però bisogna continuare a provarci, perché anche i ragazzi come Luca apprendono, seppur in un modo diverso".


"Una famiglia - ha proseguito mamma Laura, di professione insegnante - è costretta a barcamenarsi tra moduli, richieste e altre incombenze: ci sono tanti enti che fanno il loro pezzettino, ma molto spesso è necessario fare rete e lavorare tutti per un fine comune. Anche per quanto riguarda la scuola ci sono persone sensibili, e altre meno. Nel ruolo di insegnanti bisogna essere preparati ad accogliere la disabilità: ci vorrebbe più formazione, più specifica".
A conclusione della serata, don Bruno Maggioni ha rivolto un ringraziamento speciale a Morena Fazzini per il suo impegno nell’associazione "Illumina di Blu".
M.A.
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