WWF Lecco: liberati nel Parco Monte Barro 3 esemplari di gheppio e 4 civette

Da anni WWF Lecco collabora con il CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici) di Valpredina, una struttura realizzata dal WWF Italia che ha lo scopo di recuperare animali selvatici feriti o in difficoltà per curarli e rimetterli in libertà, svolgendo questo servizio in convenzione con Regione Lombardia e con bacino di utenza le provincie di Brescia, Bergamo e Lecco.


Un esemplare di gheppio (foto di Stefania Berna)

Nel corso della giornata di sabato, WWF Lecco ha provveduto al trasporto da Valpredina di tre esemplari di gheppio e quattro giovani civette, curati dai veterinari del CRAS e pronti alla reintroduzione in natura. La liberazione è avvenuta nell’area protetta del Parco regionale del Monte Barro, nella zona di San Michele (Galbiate).



Il gheppio (Falco tinnunculus) è un piccolo rapace diurno, della dimensione di un piccione, che predilige ambienti aperti, praterie, boschi, ma che spesso nidifica anche in città. È un eccellente cacciatore, in particolare di piccoli passeriformi, lucertole, piccoli serpenti, e micromammiferi. Spesso lo si vede in attesa di prede sopra tralicci, cavi dell’alta tensione, o sui rami sporgenti lungo strade o sentieri. È caratteristica la sua capacità di restare quasi immobile in volo in un punto, sbattendo rapidamente le ali e osservando il suolo in cerca di prede, assumendo una forma conosciuta come “spirito santo”. È l’unico rapace nelle nostre regioni con questa dote, che ne permette l’identificazione certa anche da molto lontano.


La civetta

La civetta (Athene noctua) è anch’esso un piccolo rapace, ma con abitudini prevalentemente notturne. È lunga poco più di 20 cm, con un’apertura alare di 60cm e un peso che oscilla tra i 100 e i 200 grammi. Anche la civetta si ciba di piccoli roditori, rettili e grossi insetti, cacciando solitamente le sue prede al suolo partendo da un posatoio. Nidifica in cavità come vecchi alberi o nicchie nei muri.



L’area protetta del Monte Barro, con boschi maturi e cascinali, spazi aperti e zone ad agricoltura mista, è un habitat ideale per queste due specie, che ci si augura possano trovare le condizioni idonee per riprodursi e contribuire alla biodiversità del Parco.
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