Garlate: con il GAL 4 Parchi olivicoltori a raccolta, contro cascola e cimice asiatica

“Il nostro obiettivo è dare forza e sostegno ad un’olivicoltura di qualità perché il nostro olio è un prodotto eccellentissimo anche se le quantità non sono importanti, ma è un processo che coinvolge anche il recupero ambientale, i terrazzamenti e l’immagine del turismo”. Giacomo Camozzini è il presidente del GAL quatto parchi Lecco Brianza che quest’oggi ha organizzato un incontro - il primo di un ciclo, da qui ai prossimi mesi - per poter offrire un sostegno “tecnico” a tutti i coltivatori di ulivi, professioni e non solo.

Giacomo Camozzini

Due le tematiche principali in oggetto alla relazione odierna, che si è svolta nella splendida cornice del Ronco a Garlate, ovvero la cimice asiatica e la cascola. “È stata un’annata difficilissima; con l’evento di oggi cercheremo di vedere sul campo le principali problematiche che affliggono l’olivicoltura, legate peraltro a parassiti di nuova introduzione che fino a quale anno fa non avevamo” racconta Michele Dell’Oro che, insieme a Giandomenico Borelli, ha condotto l’incontro odierno in qualità di tecnico.
La cascola è la caduta precoce delle olive verdi o con tacche necrotiche, un fenomeno che rende di fatto impossibile produrre l’olio e a cui si accompagna la diffusione della cimice, spesso fattore scatenante per la stessa cascola. “Abbiamo introdotto delle tecniche di monitoraggio nell’ultimo anno e oggi siamo qui a offrire qualche spunto per trovare una strategia di difesa”. Perché i problemi si diversificano anche nel corso degli anni, tant’è che “fino a qualche tempo fa il problema maggiore era con la mosca, mentre adesso con le olive che cadono è importante sapere riconoscere le varie forme giovanili della cimice asiatica perché sono quelle che fanno i danni maggiori”. Prevenire è meglio che curare, di fatto, specie in un’annata come l’attuale per cui “si partiva già con premesse fragili a seguito della forte carica dello scorso anno - gli ulivi sono piante alternanti - e la siccità che c’è stata tra l’inverno e la primavera scorsi” ha concluso Giandomenico Borelli.

Giandomenico Borelli e Michele Dell'Oro

Sono diverse decine le aziende nel lecchese che producono “l’oro del lago”, a cui si devono aggiungere anche un centinaio di hobbisti per cui questo genere di incontri - frutto di studi sul territorio a lungo termine - sono più che mai importanti. A quello di oggi ne faranno dunque seguito altri: in settembre è già previsto unapprofondimento sulla mosca, altro parassita potenzialmente dannoso per queste piante e che proprio a inizio autunno comincia a diffondersi.

Carlo Greppi

Erano presenti quest’oggi una trentina di persone provenienti da zone eterogenee: la maggior parte dal lecchese ma anche dal triangolo lariano e dall’alto Lario perché, ci racconta il presidente Camozzini in chiusura, “è un argomento importante che stiamo studiando da un anno e quindi è di interesse anche per chi è al di là del lago”. A testimoniare l’importanza di questo progetto - ribattezzato Olivocultura 2030 - anche la presenza del presidente della Comunità del Lario Orientale e della Valle San Martino, Carlo Greppi, che ha fortemente voluto questa sinergia e, quindi, anche l’incontro odierno.
A.A.
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