Lecco guarda al verde urbano e parte dalla cava: in elaborazione il 'Masterplan'

Il verde urbano della città di Lecco ripartirà dal Masterplan in fase di elaborazione in questi mesi. Uno strumento presentato durante la commissione quinta di giovedì sera dall’architetto Matteo Pedaso, che non vuole solo essere “un piano di lungo periodo che resta sulla carta, ma una guida per individuare delle azioni precise che possono essere già avviate”, come chiarito l’assessore all’Ambiente Renata Zuffi.


Il Masterplan del verde si inserisce nel quadro del Masterplan generale con focus progettuali specifici come quello sugli orti urbani o sulle cave, con l’obiettivo di progettare lo sviluppo del verde urbano in città in termini di sostenibilità. E di strada da fare Lecco ne ha: oggi il capoluogo si trova al 63^ posto in Italia per la qualità del verde e registra parecchie criticità in caso di forte piogge, per la qualità dell’aria e per le cosiddette isole di calore. Il verde, secondo l’architetto che sta curando il piano, è un’opportunità per superare questi limiti, opportunità che potrebbe essere finanziata dal PNNR. Il punto è stabilire quale verde: secondo l’analisi svolta, attualmente il verde urbano di Lecco è frammentato e “scarso” sotto il profilo della funzionalità, della qualità e della sicurezza. A questo va aggiunto il fatto che il verde pubblico è appena il 25 per cento del verde urbano lecchese e che non tutti i quartieri sono serviti allo stesso modo sotto questo punto di vista. Eppure, come ha spiegato Pedaso, è un elemento cruciale per la qualità di vita dei cittadini, basti pensare a come sarebbe importante poter usufruire di aree gioco, orti urbani, strade e posteggi “più verdi”, oltre che utilizzare questo elemento per mitigare le grandi infrastrutture e come connessione con i fiumi e con il verde montano di cinta.


Il verde potrebbe diventare anche uno strumento per “cucire le ferite del paesaggio”. È in questa ottica che l’architetto ha elaborato una prima proposta di riqualifica della cava di Vaiolo Alta: un luogo definito come interessante, per la sua vicinanza ad alcuni dei rioni alti della città e collegato ad una rete di sentieri. L’idea è quella di riqualificare l’area, dando un “ritmo” che scandisca il paesaggio: laghetto artificiale sul fondo, circuito per camminare e poi percorsi tematici e punti di osservazione del panorama, con la possibilità di sfruttare il parco di giorno e anche la sera. Una presentazione che ha incontrato il favore anche delle forze di opposizione, con gli interventi di Giacomo Zamperini (FdI) e Stefano Parolari (Lega) si sono però detti preoccupati per la fattibilità di questo progetto da un lato e per la scarsa operatività del Comune su aspetti molto operativi come la pulizia dei fiumi e la manutenzione dei parchi dall'altro.
M.V.
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