Presunto pugno al Nameless 2016: Fedez e Mc Cece trovano l'accordo, processo chiuso prima del verdetto

Fedez
Tanto fumo e niente arrosto: a processo ormai chiuso - mancava di fatto solo la discussione - le parti hanno trovato l'accordo. Non sapremo mai la verità (processuale per lo meno) sul presunto pugno che Fedez avrebbe - stando all'originale impianto accusatorio - sferrato a Dj Mc Cece nel backstage del Nameless 2016, l'evento tecno ospitato quell'anno, come i successivi, sul pratone di Barzio. Dopo una serie di udienze ampiamente dilazionate nell'arco di quattro anni - la prima fu il 7 luglio 2017 - scomodando volontari del soccorso, altri artisti, amici e conoscenti tra cui anche Fabio Rovazzi - trattato da "star" con tanto di accesso privilegiato alle stanze del Giudice di Pace presso il Palazzo di Giustizia di Lecco da una porta di servizio per tentare, invano, di sfuggire alla stampa - ecco quest'oggi la pronuncia di non doversi procedere per rinuncia al ricorso. Il Giudice Antonella Signorile ha chiuso così la questione, alla presenza di due sostituti - l'avvocato Dell'Orto salito apposta da Milano e la collega Bove recuperata invece "al volo" in corridoio - dei legali titolari e dunque dell'avvocato Schiaffino per Cesare Viacava (la presunta vittima) e l'avvocato Minniti per Federico Lucia, il presunto aggressore, più noto con il suo nome d'arte o quale marito di Chiara Ferragni, a giudizio con l'accusa di lesioni proprio per quella supposta "crocchia" - per usare il termine con cui Rovazzi descrisse il colpo intervenendo alla trasmissione Lo Zoo di 105 nei giorni successivi al Nameless - assestata, parrebbe, dopo una battuta sul proprio orientamento sessuale. Non scontato l'esito del processo dopo un'istruttoria travagliata nel corso della quale i (pochi) soggetti che sembrerebbero aver visto il colpo si sono contraddetti trasformando il pugno in una manata, sferrata di destro da Fedez che è risaputo essere invece mancino. Ma in ogni caso alla sentenza non si è arrivati. Nelle scorse settimane le parti avevano chiesto, dopo aver fatto saltare il tentativo di conciliazione promosso dal Giudice in apertura di giudizio - complice anche la sussistenza di querele incrociate per calunnia (poi archiviate) e un fascicolo per ipotizzato falso inviato a Milano dall'allora procuratore capo di Lecco Antonio Angelo Chiappani in relazione alle dichiarazioni rese da Rovazzi e altri amici di Fedez all'avvocato Magaletti, suo iniziale difensore - un termine per addivenire a un accordo stragiudiziale poi effettivamente sottoscritto, troncando così il processo proprio poco prima della sentenza. A carico di Fedez anche le spese processuali: 60 euro.
A.M.
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