In viaggio a tempo indeterminato/186: la libertà in un uccellino

Pharomachrus mocinno o quetzal splendente è un coloratissimo uccello che vive sopra i 1000 metri di altezza nelle foreste del Guatemala.
No, non siamo diventati improvvisamente esperti di ornitologia.
Ma appena entrati  in Guatemala ci siamo resi conto che questo uccellino sbucava un po' ovunque.
Non fisicamente, perché non l'abbiamo mai visto veramente.
Ma era rappresentato come murales, sulle tovaglie decorate a mano e persino su alcune magliette.
Lo so, può sembrare strano parlare di un Paese iniziando dalla storia di un uccellino ma la realtà è che, per il Guatemala, il quetzal è molto più di un volatile.
È un vero e proprio simbolo, venerato sia dai Maya che dagli Aztechi e che compare al centro della bandiera bianca e azzurra.



E Quetzal è anche il nome della moneta guatemalteca.
1 quetzal, cioè una moneta dorata bella pesante, equivale a 0.90€.
Ancora dobbiamo imparare a distinguere bene le banconote, ma ammettiamo che è affascinante pensare che ogni volta che ci dicono un prezzo stiano parlando di un uccellino.
È come se da noi, da domani, invece che in  euro si pagasse in canarini.
Ma c'è un motivo molto affascinante dietro la scelta di questo nome per la moneta.
Si dice, infatti, che le piume del quetzal fossero talmente belle e preziose da essere usate in passato proprio come merce di scambio.
Da qui la scelta, nel 1924 di cambiare il nome della moneta da Pesos Guatemalteco a Quetzal.



Ma la cosa più affascinante di questo piccolo uccellino verde e rosso, secondo me, è un particolare comportamento che lo ha reso un simbolo di libertà.
Il quetzal, infatti, preferisce morire di fame piuttosto che rimanere chiuso in gabbia.
Pensare che dietro a quel mucchietto di piume colorate e ossa in realtà si nasconda un rivoluzionario che lotta con la vita per la sua libertà, devo ammettere che mi abbia molto colpito.
La natura può essere affascinante e meravigliosa ma in Paesi come il Guatemala mi rendo conto di quanto sia anche e soprattutto maestra.
Oltre al quetzal, in questi primi giorni qui, abbiamo assistito a riti che ci hanno fatto venire la pelle d'oca perché celebrati davanti a una laguna sacra.
Abbiamo ascoltato le persone parlare dei vulcani come fossero divinità da temere ma
venerare.
E questo è solo l'inizio.
Abbiamo ancora molto da scoprire di questo Paese piccolo, popoloso ma estremamente selvaggio e pervaso da tradizioni e riti antichissimi.

VIDEO


Angela e Paolo
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.