Lecco perduta/273: c'era (ed è tornata) la via dell'Abbadia

La via dell’Abbadia, in località Caviate, è tornata alla ribalta dopo un lungo crepuscolo, in quanto divenuta “stringa” di collegamento fra il lungolago e il Sentiero del Viandante, quest’ultimo al centro di una sempre più popolare riscoperta. La strada non segna, comunque, il confine fra il territorio comunale di Lecco e il vicino paese lariano, che corre dopo un chilometro abbondante: si colloca, infatti, presso il “valletto della Farina”, sul tracciato a monte della località Pradello-Orsa Maggiore, che conduce all’antico ristoro Giazzima-Pradello, ora di Carlo Bodega.


La località Caviate nel primo Novecento

La via dell’Abbadia è tornata d’attualità perché dal lungolago lecchese alle Caviate, con una breve quanto irta salita, conduce allo sbocco sull’antichissima strada di Santo Stefano, dove la stessa finisce per il muro con scaletta che segna il Sentiero del Viandante: era l’ultimo percorso possibile dal solitario e deserto lungolago per andare oltre, perché il tracciato costiero terminava davanti al promontorio delle Caviate, che affondava in acqua. Nel 1932/1933 venne cancellata la barriera rocciosa e “la strada” che terminava all’altezza dell’attuale distributore ristoro del Brick non consentiva di procedere oltre.


L'attuale via dell'Abbadia alle Caviate

La pubblicazione “Lecco mezzo secolo fa” di Giuseppe Milani, edita nel 1938 con riferimento alla città di cinquant'anni prima, scrive a proposito: “Nelle domeniche se splendeva il sole era una consuetudine la passeggiata a Santo Stefano, il colle dove c’erano i resti dell’antico castello di Lecco, con una puntata alle Case Verdi, così denominate per la loro tinta esterna, appollaiate sotto i dirupi meridionali del San Martino. Lì era una piccola osteria con un vino frizzante”. E aggiungeva: “Il ritorno avveniva di solito per la strada nazionale dello Stelvio che, a quei tempi, era una strada modello con un ottimo fondo e senza polvere. Nei pressi della località c'era un’osteria, mi pare detta dei Pini". Sempre il libretto di “Lecco, mezzo secolo fa” scrive anche che “talvolta dal poggio di Santo Stefano si scendeva verso la Spirola e da questa località arida e deserta, per un aspro sentiero, si raggiungeva l’osteria delle Caviate e, magari, sempre lungo il lago, l’osteria del Brick".


Lo sbocco alto di via Abbadia, sulla vecchia Santo Stefano, presso il Sentiero del Viandante

Ricostruire oggi la collocazione di ristori “di vario tipo” nel territorio ampiamente cambiato è veramente difficile. Resta, comunque, evidente il fatto che la località era all’estrema periferia settentrionale della città, non priva di richiami storici e ambientali. La via dell’Abbadia, che sale ripida sul retro dell’albergo-pizzeria Caviate, scavalca poi con un ponticello la linea ferroviaria Lecco-Sondrio dove, sul fianco, il grazioso villino bianco è la trasformazione in residenziale di uno storico casello sui binari all’uscita della strada ferrata dalla città di Lecco, per entrare nelle gallerie sotto le rupi del San Martino. Nel tratto alto della Santo Stefano si può ancora notare un muretto che si proietta sul lago. Ebbe momenti di popolarità negli anni ’60/’70 per gite anche romantiche fuori porta. Non divenne così famoso come quello di Alassio, ma forse oggi potrebbe avere un inaspettato rilancio.
A.B.
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