PAROLE CHE PARLANO/28

Il tulipano e altri fiori

Con i fiori possiamo anche inviare messaggi speciali: le rose rosse sono annunciatrici di amore e passione, mentre quelle gialle di gelosia; con le azalee auguriamo gioia, speranza e fortuna, invece con le calle amicizia e stima sincera. Potremmo continuare, ma è l'origine del nome di molti di loro a offrirci delle interessanti curiosità.
Il tulipano ha una particolare forma che ricorda un copricapo; essendo originario della Turchia, di cui è simbolo nazionale, prende il nome da tullband, che significa proprio turbante. Le foglie strette e lanceolate, che ricordano una spada, hanno dato vita a gladiolo, il cui nome deriva dal famoso gladio, l'arma in dotazione ai legionari romani.
La margherita, invece, con i suoi petali di colore bianco candido, deve ai Greci l'accostamento a alle ostriche: margarítēs significa infatti perla.
Forse non tutti sanno che i fiori del glicine, tanto amati dalle api, sono commestibili. Il suo nome deriva dal greco glykos, ossia dolce (non dimentichiamo che da esso si originano anche sostantivi come glucosio, glicemia o glycyrrhiza cioè liquirizia), proprio per la dolcezza del profumo dei suoi fiori. Nel passato, il miele di glicine era usato per alleviare la tosse secca; mescolato, poi, con i fiori, veniva proprio considerato un ottimo tonico energizzante.
Più facile immaginare da dove provenga il termine primula: dal latino primus, proprio per sottolineare la precocità della sua fioritura primaverile.
Niente di particolarmente strano per l'azzurro fiordaliso che deve il suo nome al francese fleur de lis, fiore di giglio. Papavero ha un'etimologia incerta, tuttavia è legato a una leggenda romana secondo cui Tarquinio il Superbo, per mostrare al figlio il metodo più sicuro per impossessarsi della città di Gabi, fece tagliare nel suo giardino i papaveri più alti, quelli che emergevano, volendo con ciò significare che andavano tolti di mezzo i cittadini più eminenti e altolocati, gli alti papaveri. Viene chiamato anche rosolaccio, un diminutivo dispregiativo di rosa, a cui vagamente assomiglia.
Il geranio e le gru mostrano un curioso accostamento: il nome di questa pianta deriva infatti dal greco ghéranos che significa proprio gru, forse per la particolare forma a becco di gru dei suoi frutti.
Il termine calendula proviene dalla parola latina calendae che vuol dire primo giorno del mese. Questo significato potrebbe derivare dai suoi semi, che somigliano ai piccoli quarti di luna, o dai fiori che compaiono una volta al mese.
Divertente è l'etimologia di ranuncolo, che deve il suo nome al latino rana: molte specie di questo genere prosperano infatti in luoghi umidi e palustri, come appunto le rane (ranunculus, piccola rana o ranocchio).
La forma tondeggiante del tubero e la tendenza del gambo dei fiori ad attorcigliarsi a spirale quando sono fecondati sono responsabili del nome del ciclamino (dal greco kyklos, cerchio). Secondo il naturalista greco Teofrasto, il ciclamino propiziava l'amore e la sensualità. Probabilmente aveva associato la forma rotondeggiante e compressa ai poli del tubero all'utero femminile, collegando così il ciclamino al concepimento.
Il narciso deriva il suo nome dal greco narkisos, a sua volta da narke, torpore o stordimento, con probabile riferimento all'odore molto intenso emanato dai boccioli (l'olio estratto dalla pianta era considerato un formidabile sonnifero). Da narke proviene anche il sostantivo narcotico. I Greci attribuivano questo nome a un giovane bellissimo che rifiutò l'amore delle ninfe. Punito dagli dei, morì per amore della propria immagine riflessa nelle acque e venne poi tramutato proprio nel fiore di narciso.
Il mondo dei fiori potrebbe offrirci mille altre curiosità ma, per porre termine a questa breve disamina, offro a tutti due fiori, con il loro linguaggio intrinseco: una gardenia, portatrice di simpatia, e un ciclamino, come segno di saluto. 

Rubrica a cura di Dino Ticli
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