Calolzio-Somasca: lutto per Suor Flora, per anni infermiera tra i poveri in Bolivia

Suor Flora
Da Calolzio era volata in Sardegna, per poi approdare in Bolivia, ai confini del mondo, sempre sostenuta da quella fede incrollabile che ad appena 17 anni l'aveva convinta a dedicare tutta la sua vita al Signore e agli altri, senza che nessuno riuscisse a farla desistere dal suo intento. Del resto era una vocazione fortissima quella di Maria Rosa Motta - poi Suor Flora - scomparsa nei giorni scorsi alla RSA Madonna della Fiducia, dove aveva trascorso i suoi ultimi anni una volta rientrata dal Sudamerica, quella che per lei era diventata casa. 78 anni, era nata e cresciuta a Calolzio, dove al termine della scuola dell'obbligo aveva iniziato a lavorare alla ditta Bonaiti come tante altre coetanee. Poi la "chiamata", in piena adolescenza, a cui Maria Rosa non aveva potuto che rispondere convintamente, con tutto il suo cuore.
"Ricordo bene il giorno in cui ne aveva parlato in famiglia per la prima volta" ci ha raccontato la sorella Alida. "Non aveva ancora 18 anni e i nostri genitori non erano d'accordo con quella scelta. Erano i tempi del "boom" economico, ma non tutti avevano in casa la televisione, la lavatrice o gli elettrodomestici più moderni: nostro papà non badò a spese, comprò di tutto per farle toccare con mano il "nuovo mondo", per farle capire che avrebbe potuto avere una vita felice e serena con tutti i comfort, ma non ottenne nessun effetto. Maria Rosa era testarda e convinta di aver trovato la sua strada: poco tempo dopo è entrata in convento a Somasca, con le Orsoline".
Presi i voti perpetui, a Suor Flora fu subito indicata una nuova destinazione: la Sardegna, e nello specifico la scuola per infermiere di Cagliari, che alla calolziese aprì le porte dell'ospedale dove arrivò ad assumere il ruolo di caposala del reparto oncologico. A seguire l'approdo in Bolivia, dove - grazie all'importante esperienza acquisita in Italia, in tempi in cui la chirurgia stava facendo importanti progressi - continuò la sua opera in campo sanitario come infermiera, assistendo migliaia di persone in difficoltà in una terra poverissima e diventando un punto di riferimento per tanti.
"Nonostante i suoi impegni non si è mai dimenticata della sua famiglia, si ricordava sempre di noi fratelli, otto in totale, e scriveva sempre nelle occasioni speciali" ha proseguito Alida Motta, ricordando anche i legami mantenuti dalla sorella con le comunità di Somasca e di Calolzio - e in particolare con la Scuola Cittadini gestita proprio dalle Suore Orsoline - che spesso organizzavano raccolte fondi e iniziative a sostegno della sua missione. "Ogni volta ci ripeteva di aiutare le "sue" ragazze. "Sono il futuro della Bolivia - diceva - perchè hanno tanta voglia di imparare, di lavorare, di sporcarsi le mani". Siamo sicuri che l'impronta che ha lasciato resterà per sempre".
Oltre ad Alida, Suor Flora ha lasciato anche le sorelle Graziella, Adele e Anna, nonchè i fratelli Giuseppe, Pietro e Mario con le rispettive famiglie. I funerali sono stati celebrati questa mattina nella Cappella dell'Istituto delle Suore Orsoline di Somasca, dopodichè il feretro è stato accompagnato al cimitero.
B.P.
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