Malgrate: panettoni industriali ri-confezionati come artigianali, si apre il processo per tentata 'frode'

Il Tribunale di Lecco
Panettoni Maina aperti, estratti dal loro sacchetto e riposti in altra confezione con etichetta identica per quanto attiene la lista degli ingredienti ma tale da far passare il prodotto - di fatto industriale o comunque di larga scala - per artigianale, made in Malgrate. E' questa la scena a cui avrebbe assistito personalmente il luogotenente del NAS di Brescia intervenuto per un controllo ispettivo il 6 dicembre 2018 nel laboratorio della Vaar srl, società attiva nel settore della panificazione e della pasticceria. Il Carabiniere è stato escusso nella tarda mattinata odierna in Tribunale a Lecco al cospetto del giudice monocratico Nora Lisa Passoni nell'ambito del procedimento penale per tentata "Frode nell'esercizio del commercio" promosso nei confronti della signora Miranda Valentini, classe 1966, legale rappresentante della società ma di fatto, secondo quanto rappresentato dalla stessa rendendo esame, non "in prima linea" nella conduzione dell'impresa, concretamente gestita a suo dire da Alberto Vaccani, indicato dall'imputata quale “responsabile di produzione” nonché padre di uno dei soci della Vaar srl. Proprio a lui, la donna si sarebbe rivolta per ottenere un secondo lavoro – la mattina ha già un altro impiego part-time – assumendo la carica di legale rappresentante a fronte di un emolumento di 500 euro mensili, facendosi carico solo di una supervisione generica, recandosi in sede soltanto un paio di volte la settimana. E sarebbe stato sempre Vaccani a dar disposizione al dipendente sorpreso a re-impacchettare i panettoni al centro del procedimento di svolgere tale compito, secondo quanto annotato dagli operanti del NAS nel loro verbale, puntualizzando come sia stato lo stesso lecchese – volto noto nel mondo della panificazione – a riferire che quei prodotti natalizi fossero parte di un ordine ricevuto dal parroco di Melegnano, don Mauro Colombo, escusso anch'egli questa mattina in Aula così come un collaboratore che fece da intermediario conoscendo quello che egli riteneva il referente della Vaar srl. Entrambi hanno sostenuto di aver acquistato, poco prima di Natale 2018, dolci del laboratorio di Malgrate, escludendo però si trattasse di panettoni. A riprova di ciò il sacerdote ha esibito una fattura – datata 31.12.2018, successiva di diversi giorni rispetto alla consegna del materiale – riferita a crostate, “panatel” e “mescia” da destinare a una raccolta fondi per la parrocchia e quali omaggi per i suoi aiutanti.
Quale fosse dunque la destinazione finale di quei 168 panettoni Maina acquistati da Vaar al prezzo unitario di 2.3 euro e riconfezionati per apparire come artigianali resta, al momento, un'incognita nella narrazione processuale. Sul punto potrà far luce, magari, proprio Alberto Vaccani, citato come testimone dalla difesa – rappresentata dall'avvocato Francesco Dell'Osso – così come il dipendente incaricato concretamente della sostituzione dell'involucro. Da chiarire – ha puntualizzato il giudice – eventualmente come escutere il supposto “responsabile di produzione”, visto la piega presa fino ad ora del processo. Se ne riparlerà il prossimo 16 giugno, data a cui la causa è stata aggiornata.

 

A.M.
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