Napoleone Bonaparte e l’UE

Remo Valsecchi
Ho letto con qualche stupore l'intervento di Antonio del quale ho molta stima anche se, spesso, con opinioni diverse.
La storia non può essere un'opinione, la storia è un insieme di fatti ed episodi.
Conrater, prendendo spunto dall'ultimo episodio di spionaggio che ha coinvolto il nostro Paese, afferma che l'Italia e la Russia, nelle ultime guerre, sono state sempre alleate.
Non mi piace pensare e parlare di guerre, augurandomi di poter, un giorno, cancellare questa parole anche se temo che, la mia, sia solo utopia.
L'Italia e la Russia non sono mai state alleate e, spesso, per colpa dell'Italia.
Già nella "campagna di Russia" napoleonica, il regno d'Italia, il cui sovrano all'epoca era lo stesso Napoleone Bonaparte, e il regno di Napoli, sovrano Gioacchino Murat, erano schierati con la Francia nell'aggressione e tentativo di occupazione della Russia.
Nella "guerra di Crimea" (1853/1856), il regno sabaudo di Sardegna, era alleato con l'impero Ottomano, la Francia e la Gran Bretagna contro la Russia.
Userei prudenza, per quanto riguarda la I guerra mondiale, ad affermare che Italia e Russia erano alleate, anche se, nella realtà, dalla stessa parte ma la Russia, al contrario nostro, per difendersi dall'ennesimo tentativo di occupazione, dopo quello napoleonico e svedese. Senza dimenticare che in Russia, durante la guerra, è avvenuto un episodio che ha avuto un enorme effetto sulla società, non solo europea, nel secolo XX.
Nella II guerra mondiale, l'Italia fascista, era alleata con la Germania nella ulteriore aggressione alla Russia. Non credo che la Resistenza italiana possa essere considerata un'alleanza con la Russia bolscevica anche, se i comunisti italiani hanno avuto un grande ed importante ruolo nella Resistenza.
Non mi sento di ringraziare la Russia per l'aiuto contro il nazismo ed il fascismo per il semplice motivo che, dopo essersi difesa dall'attacco tedesco-italiano, gli obiettivi di Stalin erano di natura espansionistica e, senza l'aiuto di altri, avremmo rischiato di trovarci nelle condizioni dei Paesi dell'est europeo occupati dai sovietici. Il muro di Berlino non l'hanno costruito gli occidentali ma i comunisti sovietici.
Napoleone non è un precursore dell'Unità d'Europa. L'unità d'Europa non si realizza con l'occupazione, in questo caso i paesi occupati sarebbero solo colonie dell'occupante. Se legittimassimo queste tesi rischieremmo di legittimare anche il nazi-fascismo e lo stalinismo che, in fondo, ha fatto la stessa cosa con i Paesi dell'Est europeo.
L'unità di più Paesi si realizza con un processo politico democratico che purtroppo non è avvenuto nemmeno nell'Unione europea attuale che è un'unione economica e non politica. In questo stanno le difficoltà di convivenza attuale.
Probabilmente le due guerre mondiali, aggiungo i regimi autoritari, compreso quello comunista sovietico, e le incoerenze dell'attuale Unione europea sono proprio imputabili a  Napoleone, che personalmente detesto,  poiché, pur figlio della Rivoluzione e della Repubblica Francese, punto di partenza delle odierne democrazie, è stato l'artefice della restaurazione dell'Ancien Régime per fini e ambizioni personali, proprio come Hitler, Mussolini, Stalin, Franco, Videla, Pinochet e tanti altri, oltre, forse, alla deriva culturale politica odierna.
"Fu vera gloria? ai posteri l'ardua sentenza..." scrisse il contemporaneo Alessandro Manzoni. Forse, anche lui, qualche dubbio su Napoleone l'aveva.
Io continuo ad avere come riferimento politico, pur con tutti i problemi che ha avuto, ma che bisognerebbe approfondire senza pregiudizi, la Rivoluzione Francese come punto di partenza della realizzazione dei valori dell'illuminismo che mettono al centro il cittadino contro ogni forma di opportunismo personale.
Remo Valsecchi
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