PAROLE CHE PARLANO/19

Pasqua

La Pasqua è la più importante festività cristiana, memoria del passaggio dalla morte alla vita di Gesù Cristo. È abbastanza noto che il termine derivi dal greco pascha, a sua volta dall'aramaico pasah e dall'ebraico pesach, con il significato di passare oltre. Infatti ancora oggi, per gli Ebrei, è la commemorazione della liberazione dalla schiavitù d'Egitto e del passaggio attraverso il mar Rosso.
Più complessa è la ragione della sua data mobile, a differenza del giorno fisso dell'altra importante festività cristiana che è il Natale. Oggi la sua commemorazione cade tra il 22 marzo e il 25 aprile e ciò ha fatto nascere le denominazioni di Pasqua bassa e alta, in base proprio al periodo. Determinato che deve essere celebrata di domenica, dopo lunghe discussioni, il Concilio di Nicea del 325 ha stabilito per tutti i cristiani che la data sia quella della prima domenica dopo il plenilunio di primavera.
Il periodo che precede questa festa è definito Quaresima, dal latino ecclesiastico quadragēsĭmus, il quarantesimo giorno prima di Pasqua. Questo tempo di meditazione, preghiera e digiuno, per i credenti, ci conduce anche ai gesti più semplici come la decorazione e il regalo delle uova che, vista la loro natura, rappresentano simbolicamente proprio la rinascita. In realtà andrebbero altrettanto bene per il Natale, tuttavia, un tempo, durante tutta la quaresima, era prescritta l'astinenza dal consumo non solo di carne, ma anche di uova (ancora oggi nelle chiese orientali). Naturalmente, allora come oggi, le galline non smettevano di produrre uova, quindi era necessario inventarsi un modo per utilizzarle. Bollite a lungo, e rese così consistenti e durevoli, era possibile dipingerle di rosso, segno del sangue versato da Cristo, e decorarle con simboli religiosi. Ancora oggi c'è chi ama abbellire le uova artigianalmente, anche se la maggior parte di noi si affida ormai alle uova di cioccolato, decorate industrialmente o da maestri pasticceri.
La conclusione, con un augurio per tutti indistintamente, la lasciamo ad Alessandro Manzoni, con i primi versi della sua poesia
La Resurrezione:

È risorto: il capo santo
più non posa nel sudario
è risorto: dall'un canto
dell'avello solitario
sta il coperchio rovesciato:
come un forte inebbriato,
il Signor si risvegliò.

Rubrica a cura di Dino Ticli
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