
Maria Invernizzi
Signori, ecco a voi (di nuovo) «
La Madonnina»: tornerà finalmente agli antichi splendori lo storico ristorante del Barro, nel cuore delle alture galbiatesi - chiuso oramai da diversi anni - e con una veste tutta nuova. Niente più cene e congressi ma spazio informativo e di esposizione per le bontà locali a chilometro zero, in collaborazione con le aziende agricole della zona e con il Parco Monte Barro. A fare il grande salto un po' verso l'ignoto e un po' verso un grande sogno è
Maria Invernizzi, già titolare in società di «Sala al Bar» («Ancora per poco», dice), il punto di ritrovo degli abitanti della piccola frazione, giovani e meno giovani, che lo hanno trasformato nel tempo in una fucina di idee tra le quali, un paio di anni fa, l'associazione locale «ViviSala». Ma è tempo di cambiare: «Lascio il bar per aprire un'impresa individuale - racconta - Lo so che adesso come adesso è una bella sfida: il rischio di impresa c'è sempre ma in questo periodo è ampiamente raddoppiato». Ma del resto, se non sogni in grande, che sogni a fare? «E' un progetto in cui credo molto, perché investo sul mio territorio, dove sono cresciuta, dove ho i ricordi: i sentieri del Barro li ho percorsi tante volte anche in mountain bike con mio marito da ragazza e li conosco palmo a palmo. E' un progetto che sento veramente mio». L'idea dell'imprenditrice è quindi quella di valorizzare e amplificare il legame con un territorio che fa parte in qualche modo di lei e della sua storia, ma che non intende minimamente tenere per sé: «Parlando con le aziendine locali, l'idea è stata accolta con molto entusiasmo. Chiunque io incontri ha sempre nuovi spunti e nuove idee da suggerirmi. Sto riscontrando che il mio progetto in realtà risponde a un'esigenza veramente molto sentita: le nostre piccole aziende non hanno visibilità, se non nel mercatino agricolo settimanale della domenica a Galbiate. Mi piacerebbe quindi riuscire ad offrire anche a loro uno spazio espositivo e spero di riuscire nell'intento. Del resto sarebbe utile anche al turista di passaggio qui: invece di spostarsi comprando l'olio da una parte, il vino da un'altra, i formaggi da un'altra ancora, avrebbe il vantaggio di trovare tutti i prodotti in uno stesso luogo». Intanto l'Ente Parco ha già dato parere favorevole a una possibile convenzione, perché «La Madonnina» del Barro (che cambierà ragione sociale, diventando una «locanda») possa accogliere un info point con disponibilità di materiale cartaceo che illustri le bellezze e le opportunità offerte della zona (i musei, le palestre di roccia, le passeggiate): «Mi è sembrato un connubio perfetto - aggiunge Maria - E poi la posizione è spettacolare e la zona molto battuta. Qui le persone che salgono al Barro lasciano la macchina e qui vengono a riprenderla quando scendono. Adesso potranno trovare anche un punto di ristoro per riposarsi o prendere un aperitivo gustando i nostri vini, salumi, formaggi...». Quindi non un bar, non un ristorante, ma una struttura che guarda al turismo. «Non ne farò un bed&breakfast - spiega Maria - ma un punto di appoggio. Affitterò solo una parte della vecchia struttura, e anche i proprietari sono veramente felici che il luogo possa riprendere vita. Non mi interessa fare business: io voglio coltivare i rapporti con le persone, dare una mano all'impresa locale. Adoro parlare con la nostra gente, le nostre piccole aziende, che spesso fanno anche molta fatica: desidero tanto che il mio progetto possa dare una mano anche in questo senso. Certo l'accoglienza è stata ottima e non vediamo l'ora di partire». L'ora giusta però purtroppo si fa attendere: il Covid non ha lasciato scampo e tra chiusure e zone rosse la speranza è quella di riuscire ad aprire almeno per la metà del mese di maggio o gli inizi di giugno. «Essendo una struttura per lo più turistica, il desiderio è quello di riuscire a puntare sull'estate. Sto scoprendo un mondo nuovo, fatto di tanta gente che fatica da mattino a sera e spesso si trova ad affrontare problemi insormontabili. Ci sono anche tanti giovani, magari freschi di laurea in Agraria che hanno preso il loro piccolo terreno da far fruttare e se anche non sono ancora vere e proprie aziende, però forniscono già prodotti buoni del territorio». La locanda avrà anche un paio di stanze utili nel caso ci si volesse fermare a dormire: magari dopo un bell'aperitivo al tramonto e un tagliere di salumi e formaggi per gradire. «Sarà solo tavola fredda, non avrò la cucina: chiaramente però con tanto ben di Dio locale, la possibilità di fare pranzo e cena c'è. E oltretutto mangiando sano, e in modo genuino». Tutta salute, insomma. Per il territorio, per chi ci lavora, per chi spera di tornarci presto magari per una gita in famiglia o tra amici. Resta solo da aspettare i tempi burocratici e quelli (sperando siano brevi) delle riaperture: «Io sono convinta che andrà bene. Questo è il mio sogno, e io ci credo molto». Parola di Maria Invernizzi, imprenditrice coraggiosa di casa nostra.
A.I.