Amarcord, 12 marzo 1961: 'storica' vittoria del Lecco contro l'Inter

Era domenica 12 marzo 1961, sessant'anni or sono, quando Lecco calcistica ha vissuto la sua pagina più esaltante di storia agonistica. Allo stadio Mario Rigamonti la squadra nerazzurra dell’Inter, quella del “mago” Helenio Herrera, prima in classifica, veniva sconfitta dalla “provinciale” Lecco, al suo primo campionato in serie A. I blucelesti vinsero per 2 reti ad 1: nella serata la città si tinse dei colori della squadra con drappi e bandiere un po’ dovunque.


Panoramica dell'eccezionale pubblico che gremiva lo stadio Mario Rigamonti
(Foto messe a disposizione da Angelo Cangiamila)


C’era entusiasmo in centro, al caffè Commercio di piazza XX Settembre, nei bar Narciso e Svizzero di via Bovara, all’Orestino e alla Malpensata sul lungolago, all’Escursionisti di via Mascari, alla Piccola di via Amendola, ma anche nei quartieri come Pescarenico, presso il Piscen, al caffè Sport e alle “Piante”, tutti ritrovi di tifosi reduci dallo stadio. All'Astoria di via Azzone Visconti si ballava il “Ceppi e Piccioli cha cha cha”, in omaggio al presidente e all’allenatore della squadra vittoriosa.
Le reti della vittoria furono siglate da Glauco Gilardoni, ventenne ala sinistra di Civenna, giunto dalla Bellagina. L’Inter allineava uno “squadrone” di giocatori come Buffon, Picchi, Corso, Angelillo, Bolchi, Guarneri, Lindskgos. Il Lecco schierava Bruschini, Facca, Franchi, Gotti, Caldarelli Duzioni, Savioni, Galbiati, Bonacchi, Abbadie, Gilardoni. Arbitrava Jonni di Macerata.


Ritagli della stampa sportiva dopo la partita

Lo stadio Rigamonti era gremitissimo: venne calcolata una presenza superiore ai ventimila, aggrappati in ogni angolo di possibile panorama sul rettangolo di gioco. In mattinata la città era già stata “invasa” da gruppi di tifosi interisti giunti in moto con bandieroni neroazzurri. Il “grosso” arrivò con i treni da Milano intorno a mezzogiorno e nel primo pomeriggio, imboccò la via verso lo stadio con vessilli spiegati lungo corso Matteotti. Gli interisti pensavano ad una “scampagnata” vittoriosa, con la squadra prima in classifica a 35 punti su un Lecco a 16, in penultima posizione. Vi sarebbe, però, stato da riflettere, per i nerazzurri che nel girone d’andata, nella prima domenica di novembre 1960, allo stadio di San Siro, a Milano, il Lecco aveva imposto il pareggio all’Inter. Avevano segnato Angelillo, per i padroni di casa, e sempre Gilardoni per i blucelesti.
Un grande Lecco ribaltò tutti i pronostici della vigilia, che indicavano favoritissima la squadra di Herrera. Le bandiere nerazzurre erano tristemente ripiegate a fine partita, mentre gruppi di tifosi scendevano da corso Matteotti per raggiungere la stazione ferroviaria.


Il presidente Mario Ceppi a colloquio negli spogliatoi con l'allenatore Helenio Herrera

L’atmosfera festosa dei lecchesi si allargava, invece, dalla città ai Piani Resinelli, a Mandello, Ballabio, Malgrate, al bar Roma di Valmadrera, dove rientravano gli spettatori. Coloro che avevano seguito la partita alla radio (non c’erano ancora trasmissioni pomeridiane della TV) chiedevano, quasi non del tutto convinti: “Allora il Lecco ha proprio vinto con l’Inter?”. Grande "movimento" era segnalato al bar Sport di Civenna, esercizio pubblico di proprietà della famiglia di Glauco Gilardoni. Venne improvvisata una festa popolare alla quale partecipò anche il parroco don Alberto Rozzoni, già conosciuto sostenitore di ciclisti e motociclisti e, per l’occasione, anche dei calciatori.
A.B.
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