Lecco perduta/260: a Civenna, il falò di primavera

Il terrazzino belvedere del Bar Brick Tamoil alle Caviate, alla periferia settentrionale della città, dove ha inizio il raddoppio della superstrada 36, è “cannocchiale” sul ramo manzoniano del Lario, dove, a settentrione, spicca a mezza costa dello sbarramento montano il nucleo di Civenna, ora in territorio comunale di Bellagio.
A Civenna si diceva “se, nei giorni di sole che anticipano la primavera, vuoi toccare Lecco, il belvedere di San Rocco ti trascina al campanile di San Nicolò”. Purtroppo, quest’anno, le limitazioni di traffico per la sempre dilagante pandemia di coronavirus non consentono trasferta extra comunali.



La panoramica da Civenna sul lago di Lecco negli anni del circuito del Lario

Arrivando a Civenna dal Ghisallo (in discesa) o dalla dura salita che da Bellagio porta a Guello, si nota subito la posizione fortunata dell’ex Comune, che guarda al gruppo montuoso delle Grigne ed a tutto il ramo del Lario, sino a Lecco. Giungendo dal Ghisallo il paesaggio di Civenna si osserva punteggiato da due campanili: quello della parrocchiale dei santi Ambrogio e Materno e quello del Santuario della Madonna di Sommaguggio.



La "fiamma" dei motociclisti, con don Alberto ed i giovani del Moto Club Civenna (foto d'archivio)

Il belvedere sul ramo lecchese del Lario e sulle Grigne si trova confinante con la piccola, ma antica, chiesetta di San Rocco. E’ stata la meta delle processioni primaverili, le Rogazioni, che avvenivano all’alba, quando era parroco don Alberto Rozzoni, poi canonico nel Duomo di Milano. Le ultime processioni sono avvenute circa 40 anni or sono. Sul piazzale di San Rocco si nota subito la “fiamma” della Federazione Motociclistica Italiana, inaugurata nel 1961, im ricordo dei centauri scomparsi inseguendo la gloria dei motori. Ogni anno, il 1° novembre, giungono a Civenna motociclisti da tante regioni italiane, ed anche dall’estero, con i dirigenti della FMI. La “fiamma” si trova su uno dei tratti più impervi del circuito del Lario, prova internazionale di gran fondo: si disputava sulle strade della Vallassina, nella prima metà del Novecento, con partenza ed arrivo ad Asso.



La processione mattutina delle Rogazioni presso la chiesetta di San Rocco, anno 1981



Il belvedere di San Rocco non è l’unico poggio panoramico del lungo “terrazzo” di Civenna verso il ramo lecchese del Lario. C’è la passeggiata Ettore Foschi, itinerario che ricorda un milanese innamorato di Civenna, un villeggiante che è stato tra i primi a costruire la “seconda casa”.
C’era la tradizione del falò di San Giuseppe (19 marzo), per l'arrivo della primavera. Era un segno di festa e di gioia per la brutta stagione lasciata alle spalle, quando le abitazioni sentivano ancora il freddo pungente dell’inverno e non avevano i moderni impianti di riscaldamento. Serviva ad evidenziare che il grande freddo era passato, che l’inverno era finito …. ammesso che a Civenna fosse arrivato ed avesse sostato. Qualcuno diceva, infatti, “Un giorno di sole anche a gennaio ed a Civenna è subito primavera”. Sarebbe da rinnovare, dopo tanta calamità, il falò di San Giuseppe, il 19 marzo.
Nel solco delle memorie vi potrebbe essere la compagnia di Luigi Santucci (1918-1999), il più celebre narratore milanese del Novecento, di cui nel novembre scorso Meravigli Edizioni ha ristampato il romanzo “Brianza in mongolfiera”. E’ un “volo” tra storie e fiabe. La ristampa presenta anche 48 delicati acquarelli di Camillo Cima (1887-1980). La passeggiata preferita di Santucci a Civenna era quella da Guello verso il Caffè Sport, antistante la parrocchiale, passando per il Belvedere di San Rocco. Civenna dedica a Luigi Santucci la civica biblioteca, inaugurata con l’intervento del cardinale Gianfranco Ravasi, nativo di Merate, presidente in Vaticano del Pontificio Consiglio della Cultura e del coordinamento fra le Accademie Pontificie.
A.B.
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