PAROLE CHE PARLANO/12

Egregio, magnifico, illustre, distinto, eccellente, esimio

Egregia signora Rossi... Distinto signor Bianchi... In questo modo, senza farci più molto caso, con formule ormai poco distinte e per niente egregie, perché logorate dall'uso divenuto poco consapevole nel tempo, iniziamo le lettere inviate a persone che non fanno parte della cerchia dei nostri amici e parenti, ma che contattiamo soprattutto per lavoro.
Eppure ciascuna di esse racchiude un mondo di significati, anche molto profondi e interessanti: per questo dovremmo centellinarle e usarle solo se crediamo davvero a ciò che stiamo scrivendo. Se la signora Rossi fosse per noi un'emerita (dal lat. emerĭtus, meritevole) sconosciuta o addirittura una persona per noi uguale a mille altre o insignificante, definirla egregia, letteralmente fuori dal gregge (lat. ex gregis), cioè diversa dagli altri, non omologata e quindi distinta (dal lat. stinguere, pungere e dis-, da ogni parte, quindi separare, tenere diviso) potrebbe risultare eccessivo, una vera e propria presa in giro o, se vogliamo, un'ipocrisia.
Possiamo considerare eminente un sinonimo più dotto di distinto, esattamente come il termine esimio (dal lat. eximius, messo da parte, distinto, straordinario). Viene riservato in particolare agli alti prelati e ai personaggi di elevato profilo, nasce infatti dal latino èminens, che sporge, sovrasta, (composto da ex e da minae, sporgenza).
Chi si distingue è anche un'eccellenza (lat. ex cellere, salire oltre) perché scavalca tutti gli altri, diventando illustre (lat. lux, luce e lustrum, splendore), un vero e proprio faro che illumina la strada di chi lo segue.
Per non parlare di magnifico (lat. magnificum, magnus facere), colui che fa grandi cose. Non per niente questo appellativo va riferito in particolare ai rettori delle università. E allora? Facciamo pure uso nel linguaggio formale di tutte questi titoli di cortesia, se lo riteniamo; magari potremmo utilizzare maggiormente l'aggettivo spettabile (lat. spectare, osservare) che i latini ci dicono significare semplicemente visibile e quindi degno di rispetto, che si deve a chiunque non sia un delinquente. Ma di certo, speriamo davvero in un esimio, egregio e illustre signor Primo Ministro...



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Rubrica a cura di Dino Ticli
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