PAROLE CHE PARLANO/8

Ministro e maestro: un minestrone di parole

Se dovessimo stabilire con sincerità una scala di valore e importanza, per il ruolo svolto e per le grandi responsabilità, chi metteremmo al primo posto, un ministro o un maestro?
Ovviamente è una domanda retorica, ma nessuno pensi che i due termini, apparentemente simili, abbiano la stessa radice. Il termine maestro deriva infatti dal latino magister, che prende origine a sua volta dall'avverbio magis, di più.
Nell'antica Roma erano maestri coloro che si occupavano dell'insegnamento o assumevano incarichi importanti: magister equitum, magister navis, magister militum erano rispettivamente i comandanti di cavalleria, marina ed esercito. Per non parlare del magister officiorum, una delle più alte cariche dell'amministrazione centrale della Roma Imperiale.
I magistrati, poi, ricoprivano importanti ruoli anche nel governo della giustizia, come avviene tuttora. E non va dimenticato che all'università sono oggi previsti corsi post-laurea per il conseguimento dei master (anch'esso da magister) nelle varie discipline; e che i mastri (termine oggi desueto) erano e sono abili ed esperti artigiani (mcarpentieremfalegnamemd'ascia ecc.). E il povero ministro? Già, è proprio il caso di definirlo povero. Deriva infatti dal latino minister e quindi da minus, di meno. Per i Romani il ministro era un servo, incaricato di svolgere le mansioni più umili: il minister vini e il minister cubiculi erano rispettivamente il coppiere e il cameriere.
Da minister a minestra il passo è rapido. In effetti ministrare, introdotto nel Medioevo, indicava il lavoro del servo che porta il cibo in tavola e versa appunto anche minestre e minestroni. Ma come è stato possibile che l'uno, il ministro, abbia sorpassato nelle gerarchie l'altro, il maestro? Se pensiamo che molti funzionari pubblici vengono oggi definiti servitori dello stato, la spiegazione comincia a farsi luce. Probabilmente la rivoluzione è avvenuta con il cristianesimo, dove il servo è colui che fa la volontà di Dio: mettendosi al servizio del prossimo, diventa una figura di rilievo. Ministri di Dio, e quindi umili servitori, erano, e lo sono tuttora, i consacrati, sacerdoti o vescovi. Anche il verbo ministrare ha avuto il suo avanzamento di posizione: lo abbiamo trasformato in amministrare e gli amministratori occupano spesso ruoli di alta responsabilità. Sarebbe opportuno, tuttavia, che non dimenticassero che un tempo erano buoni e capaci servitori e tali dovrebbero rimanere.
E i maestri attuali? Nonostante il ribaltamento, essi hanno mantenuto uno dei ruoli più importanti della nostra vita civile e sociale: l'insegnamento, in ogni campo.
Rubrica a cura di Dino Ticli
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