PAROLE CHE PARLANO/7

Bufala, non solo mozzarella

Fake news, frottola, falsità o l'ormai diffusissima bufala: tutte espressioni che abbiamo imparato a usare spesso da quando, sostenuti dai social media, troppi di noi si improvvisano tuttologi o da quando qualcuno diffonde subdolamente notizie non vere.
A questo punto, una domanda è d'obbligo: perché per definire una menzogna tiriamo in ballo un animale pacifico, che tutti conosciamo quasi esclusivamente come produttore di latte e di ottime mozzarelle?
L'origine di questa consuetudine non è certissima, potrebbe però nascere dall'antica pratica degli allevatori e dei contadini di mettere un anello al naso di questi bovini, usati in passato anche per lavori pesanti. Quindi, prendere per il naso vuol dire proprio condurre qualcuno di qua e di là, contro la sua volontà e pertanto prenderlo in giro.
Potremmo terminare qui. Tuttavia esiste anche un'altra teoria sulla nascita di questo modo di dire. Per descriverla, dobbiamo però fare un salto indietro nel tempo ed entrare in una trattoria o in una bettola romana. "Oste!" potremmo sentir chiamare da un avventore. "Portami una succosa bistecca di vitello!". Non sempre però i locandieri erano onestissimi e il buongustaio, dal palato fine, gridava arrabbiato: "Oste! Questa è una bufala!". In effetti, era abitudine poco onesta, ma piuttosto diffusa, sostituire il vitello con la meno pregiata carne di bufala.
Tra l'inglese fake news e l'italianissimo bufala, forse perché anch'io sono cultore della rinomata mozzarella campana, non ho alcun dubbio: meglio il termine bufala!
Rubrica a cura di Dino Ticli
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