In viaggio a tempo indeterminato/160: una frontiera chiusa

"Noi ragazzi di oggi noi
Con tutto il mondo davanti a noi..."
È iniziata così la nostra avventura messicana, parte seconda.
Abbiamo attraversato la frontiera chiusa tra Stati Uniti e Messico.  
Ma questo è solo l'inizio di una storia assurda.
Gli USA hanno dichiarato che almeno fino al 21 Gennaio il confine sarà ufficialmente chiuso.
E noi cosa facciamo? Proviamo ad attraversarlo?!?
Non vi dico l'ansia la sera prima.
Solo io, perché Paolo era stranamente tranquillo.
Le questioni burocratiche mi hanno sempre messo un po' di preoccupazione, ma questa volta ci si aggiungeva il fatto che per la prima volta saremmo entrati in un Paese straniero con una macchina.
Certo il nome Carmencita faceva ben sperare e sapevamo che per lei sarebbe stato un po' come tornare a casa.
E a pensarci bene, anche per noi, che alla fine gira e rigira in Messico ci siamo stati più che in ogni altro Paese del nostro viaggio.
Ma torniamo al confine chiuso.

La frontiera per entrare a Mexicali era dispersa in mezzo al nulla, tra cactus e deserto.
A svettare quell'orribile muro marrone che divide due Paesi così diversi tra loro.
È la seconda volta che ci troviamo lì, davanti a quella cancellata che sembra non finire mai.
È passato poco più di un anno da quando, zaino in spalla, attraversavamo il confine tra San Diego e Tijuana. I Paolo e Angela di quei giorni mai si sarebbero aspettati di ripassare per la stessa frontiera che già una volta si era rivelata un vero e proprio shock.



Le frontiere sono sempre diverse.
Quelle asiatiche a volte sono fantasiose e incasinate.
Ci è capitato in Vietnam, al confine nord, di ritrovarci in un piccolo ufficio con un tavolo di plastica e un ufficiale che ci metteva il timbro sul passaporto mentre fuori la nebbia avvolgeva tutto.
In Cambogia, invece, un cartello "Chiuso per pausa pranzo" ci aveva un po' scoraggiato dato che erano le 9 del mattino.
Oppure tra Malesia e Thailandia quando attraversare il confine voleva dire semplicemente scendere da un treno e salire sull'altro.
All'opposto invece, all'arrivo alle Hawaii, l'addetta al controllo passaporti ci aveva riempito di così tante domande incalzanti da farci dubitare persino dei nostri nomi di battesimo.
Tante avventure ed esperienze in quel limbo di terra tra un Paese e l'altro.
Ma mai e poi mai ci saremmo aspettati di metterci a cantare.



Perché quello che è successo alla frontiera chiusa tra USA e Messico si aggiudica ufficialmente il primo premio per l'originalità.
La signora addetta ai passaporti ce le ha cantate per ben benino, nel vero senso della parola.
Quando ha scoperto che eravamo italiani, è subito partito l'elenco delle città in cui era stata in vacanza molti anni prima.
A seguire ovviamente il discorso sulla pizza e sulla pasta.
E infine gli artisti italiani, da Bocelli a Eros Ramazzotti, passando per Laura Pausini con tanto di accenno a "La soledad entre los dos,
este silencio en mi interior..."
Ma è quando Paolo si è messo a cantare la canzone di Luis Miguel con la signora che annuiva e sorrideva, che ho capito che attraversare quella frontiera chiusa sarebbe stato più semplice del previsto.
In quell'istante non sono solo sparite tutte le mie preoccupazioni, ma mi sono anche resa conto che stavo vivendo uno di quei momenti indimenticabili che un giorno avrei raccontato ai miei nipoti.
E se il buongiorno si vede dal mattino, l'ingresso in Messico promette molto bene. Grandi avventure ci aspettano in questo Paese così grande da permetterci di andare a scoprire zone nuove e mai viste prima.
Ah e per il confine chiuso, abbiamo chiesto alla simpatica signora del controllo passaporti... "Dovrebbe essere chiuso" è stata la sua risposta. Più chiaro di così!

Angela e Paolo

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