Lecco perduta/249: il palazzotto di don Rodrigo a Pomedo di Laorca?

Si è tornati a scrivere, dopo lungo silenzio, del palazzotto di don Rodrigo, posizionato nell’alpestre minuscola frazione di Pomedo, in quartiere Laorca, sul fianco di apertura del lungo canalone che sale con la Val Calolden sino ai Piani Resinelli.
E’ stato Alessio Corti, residente in quartiere Laorca, ad “accendere le polveri” sul castello del signorotto e dei suoi Bravi, facendo riferimento alla vicenda di apertura dei Promessi Sposi ed all’incontro dei Bravi stessi con don Abbondio. Corti ha menzionato la pubblicazione “A 109 passi dalla chiesa di Laorca”, uscita nel 1990, per iniziativa del compianto parroco don Angelo Galbusera.


La cappelletta dell'attuale via Pacinotti, un tempo don Rodrigo

Si può leggere a pagina 15 del menzionato volume “Isolata un tempo, sulla vecchia strada di collegamento fra Laorca e Pomedo, oggi, invece, nelle vicinanze delle nuove case del B10 (via Paolo VI), si trova la cappella della Madonna del Rosario; è praticamente all’imbocco del sentiero Val Calolden; non mancano mai fiori freschi e lumini accesi. Era un punto di sosta durante le processioni di primavera per la benedizione dei campi. (...) Sulla cappella della Madonna del Rosario, all’inizio della Val Calolden, v’è da ricordare che nel centenario manzoniano del 1923 (pubblicazione del romanzo) qualcuno volle individuare in quel luogo l’incontro iniziale dei “Promessi Sposi” fra don Abbondio ed i Bravi di don Rodrigo. L’individuazione si collegava al fatto che studiosi della geografia manzoniana non escludevano la collocazione del palazzotto di don Rodrigo nell’edificio più solido e dominante del nucleo di Pomedo”.


Il nucleo dell'abitato di Pomedo, sopra Laorca

L’ipotesi avanzata nel 1923 è oggi suffragata anche da documentazione segnalata da Marilena Ferrario Locatelli, che ha presentato carte del 1919/1920, rilasciate dal Ministero della Pubblica Istruzione e dallo stesso municipio di Laorca, che era negli sgoccioli della sua attività comunale, essendo assorbito dalla “Grande Lecco” con il 1° marzo 1924. I documenti relativi riguardano la richiesta di vendita da parte di Agostino Ferrario di quelli che vengono indicati come “gli avanzi del castello di don Rodrigo”. A tale proposito il municipio di Laorca, con firma dell’ultimo sindaco Paolo Gerosa, comunicava che la Sovrintendenza ai Monumenti di Lombardia autorizzava la stipulazione “con atto di vendita” del castello detto di don Rodrigo. Per tale compravendita veniva indicato un percorso obbligato di particolare osservanza, considerato che lo stesso è segnalato come bene culturale di tutela e conservazione, come anche da apposito documento rilasciato dalla Sovrintendenza ai Monumenti di Milano.


Documenti di cento anni or sono che scrivono del castello detto di don Rodrigo

 La documentazione menzionata è inerente la vendita di porzione di casa da parte di Agostino Ferrario, a suo figlio Emilio Ferrario, rispettivamente bisnonno e nonno di Marilena. La parte dell'abitazione è quella che anche oggi si può notare più scura sulla sinistra del fabbricato, guardando dal basso. C’è da sottolineare che l’attuale via Pacinotti, la via che porta a Pomedo, si chiamava allora via don Rodrigo. Nell’adeguamento toponomastico alla nuova realtà urbana della “Grande Lecco”, via don Rodrigo è stata cancellata dall’apposita commissione costituita e fissata nel quartiere di Olate, presso lo Zucco.
Insomma, si può anche pensare che i castelli, o palazzotti, con un don Rodrigo, fossero più di uno: sullo Zucco di Olate, a Pomedo di Laorca e forse anche in qualche altra località ….
A.B.
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