In viaggio a tempo indeterminato/157: alt, pericolo alligatori!

Stavamo per tornare indietro quando ci siamo ritrovati davanti quella strada praticamente allagata.
Più che una via secondaria sembrava un fiume, o sarebbe meglio dire una palude data la presenza  di uccelli  dalle ali enormi che volavano bassi tra le mangrovie e gli alberi a fusto sottile che sbucavano dall’acqua.
Guardiamo la strada davanti a noi e sembra sempre peggio. Acqua da tutti i lati, a destra, a sinistra, al centro della carreggiata e se aspettiamo ancora un po’ pioverà anche dall’alto.
“Pa senti torniamo indietro! Prendiamo la strada principale che non si mette bene. Vorrei evitare di rimanere bloccati proprio qui.”
“Dici? Ma no dai, magari migliora!”
Facciamo ancora qualche chilometro, lentamente, con l’acqua che raggiunge le portiere e gli schizzi che sporcano i finestrini.

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Incrociamo un furgoncino che viene dalla direzione opposta.
E’ una signora che fa le consegne.
“Come è la strada? E’ tutta allagata?” Le chiede Paolo.
“Ma no!” risponde lei ridendo. “Questa è la parte peggiore, più avanti c’è meno acqua. Con la vostra macchina, comunque, non avrete problemi!”
“Perfetto, grazie!” Le dice Paolo mentre entrambi tiriamo un sospiro di sollievo.
Continuiamo lentamente a guadare quella palude, sguardo che si sposta dalla strada alle acque circostanti.
Siamo da soli ora, non c’è nessuno dietro di noi e nessuno che viene nella direzione opposta.
Nel frattempo le nuvole si sono fatte più scure e cupe.
“Nooooo!” urla ad un tratto Paolo, inchiodando con la macchina.
Mette la retromarcia e piano piano indietreggiamo.
Abbassa il finestrino dal suo lato e rimane con la bocca spalancata a guardare fuori.



“Pa, che succede? Che hai visto?”
Mi slaccio la cintura e mi sporgo verso il suo lato.
E lo vedo lì, a pochissimi passi da noi, immobile tra l’asfalto e il laghetto.
Ci nota, apre gli occhi e muove lentamente la testa.
Noi due rimaniamo fermi, come se fossimo congelati.
Non vogliamo parlare per paura di farlo scappare.
Non vogliamo muoverci troppo per evitare che reagisca impaurito.
Un alligatore enorme, vicinissimo.
Sarà lungo due metri o poco più e ha la pelle scura, quasi nera, e dei denti gialli che sbucano dalla bocca.
Appena l’ho visto sono sbiancata e sarei voluta scappare via veloce.
Già mi immaginavo scene drammatiche e articoli di giornale dal titolo “coppia italiana azzannata dagli alligatori in Florida”.
Sono cresciuta leggendo di Peter Pan e di Capitan Uncino a cui un coccodrillo aveva azzannato una mano, come potevo stare tranquilla?
Paolo però, con il sangue freddo di una lucertola (per rimanere in tema), mi fa subito notare che siamo su una macchina, chiusi dentro una lamiera rossa, più in alto rispetto a quell’alligatore che, per quanto potesse essere pericoloso, di certo non sapeva saltare o volare.
Faccio un respiro profondo, smetto di pensare a scene da film thriller, e mi metto ad osservarlo bene quel bestione.
Sì, fa paura ma allo stesso tempo è meravigliosamente affascinante. Così ricco di dettagli e sfumature di colore da farmi ricordare perché Madre Natura sia indiscutibilmente la miglior artista di tutti.



Siamo rimasti una decina di minuti ad osservare quell’alligatore, prima di proseguire lungo quella strada secondaria.
E prima di arrivare alla principale, ne abbiamo incontrato un altro. Stesse dimensioni, stessa aria inquietante, stessa perfezione.
La Florida è famosa per ospitare moltissimi alligatori.
E così è  “normale” leggere sui quotidiani di alligatori che invadono campi da golf, oppure entrano nelle case, o passeggiano tranquilli e indisturbati nei giardini degli hotel.
Purtroppo a volte, vengono riportate anche notizie di persone che sono state attaccate e uccise da questi rettili giganti.
In realtà, gli alligatori hanno paura degli uomini e raramente attaccano fuori dall’acqua.
Preferiscono prede piccole, più semplici da catturare.
Questo spiega perché la maggior parte delle vittime siano state colpite mentre portavano a passeggio il cane.
Gli alligatori puntavano ai cani e non agli umani che però, mettendosi in mezzo, sono diventati prede.


Saranno anche affascinanti e bellissimi, ma meglio guardarli solo da lontano e lasciarli tranquilli questi alligatori giganti.
“Pa abbiamo fatto bene a non tornare indietro quando abbiamo visto la strada allagata, ma ora non sarebbe meglio accelerare e metterci in salvo in mezzo a qualche città trafficata?!?!”
Angela e Paolo
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