Olginate: usura nei confronti di un collega, 5 anni la pena irrogata ad un imprenditore

Il Tribunale di Lecco
All'esito dell'istruttoria dibattimentale, nel luglio scorso, il sostituto procuratore Andrea Figoni aveva chiesto la condanna dell'imputato a 2 anni e 6 mesi relativamente soltanto a uno dei due capi d'imputazione, entrambi incentrati su un presunto caso di “usura” - a sensi dell'articolo 644 comma 1 del codice penale – ascritto all'imprenditore olginatese Giorgio Colombo nei confronti di un “collega” con attività con sede invece a Merate.
A processo concluso, dopo la sfilata in Aula di una nutrita schiera di testimoni, per il PM l'imputato doveva essere sollevato dall'accusa di aver scambiato – tra il 2011 e il 2012 – con la società della persona offesa fatture per prestazioni inesistenti, emesse – stando all'originale castello accusatorio - per occultare un finanziamento concesso dalla sua impresa a quella del meratese con un tasso d'interesse del 40%. Provata invece, a detta del magistrato, l'interposizione fittizia della società di Colombo tra quella della vittima e alcuni suoi fornitori, tra il 2012 e il 2014. Un'operazione finanziaria celata – stando alle risultanze probatorie - da una poco plausibile operazione commerciale. Assistito dall'avvocato Nicola Terzi, Colombo quest'oggi ha assistito personalmente alla lettura del dispositivo della sentenza, avvertendo poi un leggero malore in corridoio.
Pesante infatti la pena irrogata nei suoi confronti.  Il collegio giudicante (presidente Enrico Manzi, a latere Martina Beggi e Maria Chiara Arrighi) lo ha condannato a 5 anni di reclusione nonché al pagamento di una multa da 15.000 euro riconoscendo altresì un risarcimento pari a 120.000 euro da corrispondere alla persona offesa, rappresentata dall'avvocato Paolo Bassano.
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