In viaggio a tempo indeterminato/153: siamo dentro un film

Viaggiare negli Stati Uniti è come trovarsi costantemente dentro un film.
Lo so, può sembrare una frase fatta o una di quelle cose che si dicono, ma la realtà è che da quando siamo qui, più e più volte ci è capitato di ripetere la frase “Mamma mia, ma è proprio come essere dentro un film!”.
Dalla patria di Hollywood e delle grandi star del cinema, non potevamo aspettarci altro.
Sono anni che il grande schermo ci fa sognare con storie d’amore nate tra i grattacieli di una città, ci fa rabbrividire tra racconti di serial killer e assurdi eventi post apocalittici, ci ricorda un passato fatto di cowboy e pistoleri.
Il fatto che tutto sia ambientato qui, negli Stati Uniti, rende i paesaggi che stiamo vedendo così stranamente familiari.
Una sensazione bizzarra, una specie di déjà vu, come se in una vita precedente fossimo già stati qui, su queste strade.
Non è giusto, però, dare “la colpa” soltanto ai film.
Il processo inizia fin da quando si è bambini con i cartoni animati.
Gli americanissimi Lilly e il Vagabondo che si mangiano gli spaghetti con le polpette, Wile E. Coyote che cerca di catturare Beep Beep nella Monument Valley e poi Yoghi e Bubu del parco di Yellowstone.
Già da piccola avevo capito che da qualche parte nel mondo esistevano rocce pazzesche nel deserto rosso, parchi con i ranger e piatti di pasta dal dubbio gusto.
Magari ancora non sapevo tutto questo succedesse negli Stati Uniti e di certo non mi immaginavo che un giorno mi sarei ritrovata proprio dentro i paesaggi dei cartoni animati.



Crescendo poi sono arrivate le serie TV che mi hanno portato quotidianamente nei diner a mangiare hamburger, tra le strade trafficate a fare shopping, su una spiaggia a vedere correre i bagnini con il salvagente rosso in mano.
Ma Novembre e Dicembre sono sempre stati i mesi dell’abbuffata di USA: prima Halloween con dolcetto o scherzetto, poi la Festa del Ringraziamento con i tacchini e alla fine i tanto amati quanti odiati film di Natale nelle enormi case americane con i porticati ricoperti dalla neve.
Insomma, dopo tutta questa inconsapevole full immersion di “americanità”, sentirsi come in un film, o telefilm, in America sembra quasi scontato.
Devo essere sincera, qualche volta ce la siamo proprio andata a cercare.
Come quando abbiamo deciso di andare a Milwaukee attratti, più che dalla città in sé, dal mitico Fonzie di Happy Days.
Il suo “Hey” con tanto di sistemata del ciuffo, è stato come un richiamo verso quella cittadina sul lago Michigan.
Mi sembrava quasi di vederlo dare un pugno a un jukebox, mentre passavamo davanti a un diner, uno di quei ristoranti con l’insegna luminosa che ruota.


 
Per restare sempre in atmosfera da serie TV, dopo Milwaukee ci siamo spostati a Chicago.
Come non pensare subito a quel giovane George Clooney di “ER Medici in prima linea”?
Tra l’altro, leggendo online, abbiamo scoperto che in questa città, oltre ai Blues Brothers, hanno ambientato anche il film “Mamma ho perso l’aereo”.
Siamo andati a vedere proprio la casa dove è stato girato il film e ci è sembrato di vedere i due ladri scivolare proprio sulla scalinata ghiacciata.
Dato che siamo quasi sotto Natale e che sicuramente a breve trasmetteranno il film in TV, è stato ancora più strano trovarci proprio qui proprio ora.

VIDEO



Tutto questo e non siamo nemmeno stati a New York. Li credo che la sensazione di deja vu si moltiplicherebbe all’infinito data l’innumerevole quantità di film e serie TV ambientati nella Grande Mela.
Per provare questo strano “feeling” (per dirla all’americana) non bisogna essere dei grandi esperti di cinema o tv, basta aver acceso almeno una volta la TV.
Ma la cosa più bella, secondo me, è che è una sensazione assolutamente personale e non è uguale per tutti.
Prendiamo Milwaukee, per esempio.
Quando ho letto il nome sulla mappa, io ho pensato subito a Happy Days.
Poi parlandone con mia mamma, grande appassionata di thriller e film gialli, la sua prima reazione  è stata “Angy stai attenta! Non ti ricordi il mostro di Malwaukee?”.
Mi sa che tra CSI e Dexter, è meglio che non le dica nulla quando arriveremo a Miami!

PS: Rileggendo quello che ho scritto mi sono resa conto di aver fatto molte citazioni anni ‘90. Ai più giovani forse qualcuna sfuggirà, ma sono sicura che non avranno nessuna difficoltà a capire questa “sensazione da film” che gli USA sanno trasmettere.
Angela e Paolo
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