Lecco: lockdown anche dal giudice di pace, Balagà sospende le udienze
Ha suscitato proteste tra alcuni degli avvocati lecchesi la decisione del giudice di pace Guido Alberto Bagalà di rinviare le udienze penali e civili fissate fino al 30 novembre a data da destinarsi. Un provvedimento motivato alla luce del Dpcm del 3 novembre 2020 che ha sancito un nuovo lockdown "leggero" per la Lombardia e che, secondo l'interpretazione del magistrato, dovrebbe comportare uno stop anche alle udienze. Bagalà richiama infatti le disposizioni su convegni, congressi ed eventi e quelle sul lavoro agile, per poi rilevare che "l'ufficio del giudice di pace di Lecco risulta privo di finestre, non consentendo il ricambio d'aria e determinando conseguentemente un notevole innalzamento del rischio di contagio del virus tanto per il personale quanto per l'utenza" e che "non risulta consentita la trattazione delle udienze da remoto o mediante semplice trattazione scritta né per gli avvocati né per le parti".
Una decisione presa però "in solitudine", per il proprio ruolo e non come coordinatore dell'Ufficio dei giudici di pace di Lecco, tant'è che nella giornata di venerdì le udienze di altri colleghi si sarebbero svolte regolarmente. Anche l'Ordine degli avvocati lecchesi si è interrogato sulla faccenda durante la riunione del 6 novembre, dando mandato al presidente Francesco Facchini di confrontarsi con il dr. Ersilio Secchi sulla legittimità della decisione. Un'opzione del resto che in qualche modo lascia intravedere lo stesso Bagalà, scrivendo che "il presente provvedimento sarà tempestivamente rimodulato nel caso di provvedimento del presidente del Tribunale".
