In viaggio a tempo indeterminato/151: la campagna elettorale
Le elezioni americane si avvicinano. Questo weekend, qui negli USA, si vota per eleggere il nuovo presidente.
Da un lato il famigerato Donald Trump che cerca di riconfermare la sua posizione. Dall’altro Joe Biden, membro del Partito Democratico e vicepresidente degli Stati Uniti sotto l'amministrazione Obama.
Lo scontro tra i due si fa sempre più acceso più si avvicina il giorno della votazioni.
E anche noi che di TV non ne guardiamo, ci siamo resi conto che i due sfidanti utilizzano i mezzi più disparati per far arrivare il loro messaggio e le loro idee.
Dopo tutto gli USA sono la patria del marketing e della pubblicità e sanno bene come utilizzare le diverse fonti a loro disposizione.
Partiamo con i tradizionali cartelloni. In Italia, in periodo di elezioni, le città sono tappezzate di enormi poster con le facce dei candidati e i simboli dei partiti.
Qui in America, invece, a farla da padrone sono i cartelli che le persone decidono di mettere nei giardini delle loro case. Nessuno slogan, ritratto a mezzo busto o disegno elaborato, solo il cognome del candidato scritto in stampatello a caratteri cubitali spesso accanto alle zucche decorative per Halloween.
Passando per i “neighborhood” (quartieri) delle città, si trovano zone decisamente pro Trump e altre decisamente pro Biden, ma ci sono anche terre di scontri dove addirittura i dirimpettai hanno esposti cartelli opposti.
Questa versione più “sobria” di cartellonistica si accompagna poi a una tipologia decisamente più in stile americano.
Guidando sulle enormi e infinite strade principali, spesso il nostro occhio è stato distratto da giganteschi cartelloni pubblicitari piazzati nel bel mezzo del nulla e con frasi che, ogni volta, ci hanno fatto urlare “ma hai visto cosa hanno scritto???”
Il classico slogan piuttosto famoso, “Make America Great Again” di Trump,lo abbiamo letto declinato in varie versioni tra cui "Make Our Farmers (contadini) Great Again".
Ci abbiamo messo un attimo a capire se fosse vero o una presa in giro, ma facendo delle ricerche è venuto fuori che sia proprio una frase del famoso capello arancione.
Questa nella foto sotto, invece, ancora dobbiamo capire se sia a favore o contro dato che la parola “trump” in inglese significa anche briscola o “fare dell’aria” (per dirla in modo elegante).
Oltre ai cartelloni e cartelli vari nei giardini, ci sono poi le bandiere appese sui pickup che girano a suon di clacson per le strade delle città la domenica pomeriggio.
In questo caso, non c’è proprio gara.
Se dovessimo prevedere il risultato delle elezioni sulla base delle bandiere, la vittoria di Trump sarebbe schiacciante.
Per sua sfortuna, però, le bandiere ancora non hanno potere di voto e soprattutto non sono un valido metro di giudizio della popolarità dell’uno piuttosto che dell’altro candidato.
C’è anche da dire che gli americani hanno una vera e propria passione per lo sventolare le bandiere, in particolare quella a stelle e strisce.
Ogni anno vengono vendute circa 150 milioni di bandiere americane che vengono poi appese nelle più svariate location.
Gli americani dicono di avere la bandiera più bella del mondo (la modestia non è una dote di questo popolo) ma pochi sanno che sarebbe stato un liceale diciasettenne, Robert G. Heft, a creare la bandiera americana nel 1958 come progetto scolastico. Heft ottenne solo una B nel suo progetto, ma il suo insegnante gli promise che il suo voto sarebbe stato riconsiderato se il Congresso degli Stati Uniti avesse approvato il progetto.
Per sfuggire a tutte le bandiere e i cartelloni è sufficiente non uscire di casa e questo è piuttosto semplice, soprattutto in periodo di pandemia mondiale.
Si può anche evitare di accendere la TV e spegnere la radio per non sentire nulla.
Ma basta accedere a internet dal cellulare per venire tartassati da spot elettorali.
Ogni volta che apriamo Youtube, il primo video che ci appare tra i suggeriti è sempre di uno dei due candidati alla Casa Bianca.
Anche qui la fantasia e l’originalità la fanno da padrone.
“Only open if you love America” (Apri solo se ami l’America) con tanto di cuoricini e la faccia di Trump, è il video che mi ha proposto stamattina Youtube.
I due candidati hanno investito davvero molto a livello di marketing e non c’è da stupirsi dato che per queste elezioni sono stati spesi 6,25 miliardi di dollari in pubblicità!
Chi vincerà? A breve lo scopriremo.
Da un lato il famigerato Donald Trump che cerca di riconfermare la sua posizione. Dall’altro Joe Biden, membro del Partito Democratico e vicepresidente degli Stati Uniti sotto l'amministrazione Obama.
Lo scontro tra i due si fa sempre più acceso più si avvicina il giorno della votazioni.
E anche noi che di TV non ne guardiamo, ci siamo resi conto che i due sfidanti utilizzano i mezzi più disparati per far arrivare il loro messaggio e le loro idee.
Dopo tutto gli USA sono la patria del marketing e della pubblicità e sanno bene come utilizzare le diverse fonti a loro disposizione.
Partiamo con i tradizionali cartelloni. In Italia, in periodo di elezioni, le città sono tappezzate di enormi poster con le facce dei candidati e i simboli dei partiti.
Qui in America, invece, a farla da padrone sono i cartelli che le persone decidono di mettere nei giardini delle loro case. Nessuno slogan, ritratto a mezzo busto o disegno elaborato, solo il cognome del candidato scritto in stampatello a caratteri cubitali spesso accanto alle zucche decorative per Halloween.
Passando per i “neighborhood” (quartieri) delle città, si trovano zone decisamente pro Trump e altre decisamente pro Biden, ma ci sono anche terre di scontri dove addirittura i dirimpettai hanno esposti cartelli opposti.
Questa versione più “sobria” di cartellonistica si accompagna poi a una tipologia decisamente più in stile americano.
Guidando sulle enormi e infinite strade principali, spesso il nostro occhio è stato distratto da giganteschi cartelloni pubblicitari piazzati nel bel mezzo del nulla e con frasi che, ogni volta, ci hanno fatto urlare “ma hai visto cosa hanno scritto???”
Il classico slogan piuttosto famoso, “Make America Great Again” di Trump,lo abbiamo letto declinato in varie versioni tra cui "Make Our Farmers (contadini) Great Again".
Ci abbiamo messo un attimo a capire se fosse vero o una presa in giro, ma facendo delle ricerche è venuto fuori che sia proprio una frase del famoso capello arancione.
Questa nella foto sotto, invece, ancora dobbiamo capire se sia a favore o contro dato che la parola “trump” in inglese significa anche briscola o “fare dell’aria” (per dirla in modo elegante).
Oltre ai cartelloni e cartelli vari nei giardini, ci sono poi le bandiere appese sui pickup che girano a suon di clacson per le strade delle città la domenica pomeriggio.
In questo caso, non c’è proprio gara.
Se dovessimo prevedere il risultato delle elezioni sulla base delle bandiere, la vittoria di Trump sarebbe schiacciante.
Per sua sfortuna, però, le bandiere ancora non hanno potere di voto e soprattutto non sono un valido metro di giudizio della popolarità dell’uno piuttosto che dell’altro candidato.
C’è anche da dire che gli americani hanno una vera e propria passione per lo sventolare le bandiere, in particolare quella a stelle e strisce.
Ogni anno vengono vendute circa 150 milioni di bandiere americane che vengono poi appese nelle più svariate location.
Gli americani dicono di avere la bandiera più bella del mondo (la modestia non è una dote di questo popolo) ma pochi sanno che sarebbe stato un liceale diciasettenne, Robert G. Heft, a creare la bandiera americana nel 1958 come progetto scolastico. Heft ottenne solo una B nel suo progetto, ma il suo insegnante gli promise che il suo voto sarebbe stato riconsiderato se il Congresso degli Stati Uniti avesse approvato il progetto.
Per sfuggire a tutte le bandiere e i cartelloni è sufficiente non uscire di casa e questo è piuttosto semplice, soprattutto in periodo di pandemia mondiale.
Si può anche evitare di accendere la TV e spegnere la radio per non sentire nulla.
Ma basta accedere a internet dal cellulare per venire tartassati da spot elettorali.
Ogni volta che apriamo Youtube, il primo video che ci appare tra i suggeriti è sempre di uno dei due candidati alla Casa Bianca.
Anche qui la fantasia e l’originalità la fanno da padrone.
“Only open if you love America” (Apri solo se ami l’America) con tanto di cuoricini e la faccia di Trump, è il video che mi ha proposto stamattina Youtube.
I due candidati hanno investito davvero molto a livello di marketing e non c’è da stupirsi dato che per queste elezioni sono stati spesi 6,25 miliardi di dollari in pubblicità!
Chi vincerà? A breve lo scopriremo.
Angela e Paolo