Lecco perduta/240: la Torraccia, mistero d’altri tempi

Memorie dell’altro ieri intorno alla solitaria Torraccia, severa e silenziosa costruzione in territorio comunale di Abbadia Lariana, che sarà interessata dal Sentiero del Viandante nel tratto che è in fase di completamento, oltre la località Gezzima di Pradello.
 Nell’estate 1997 un quotidiano scriveva: “E’ quasi divenuta spartitraffico lungo la Superstrada 36, allo svincolo di Abbadia Lariana: è l’antica Torraccia, non priva di fascino e leggendari richiami. Le corsie veloci e le gallerie della Superstrada non consentono un’osservazione attenta alla Torraccia; la navigazione permette, invece, dalle acque del Lario, una visione completa e tranquilla”.
La costruzione dovrebbe risalire al secolo XII e sarebbe struttura superstite di un più vasto fortilizio che aveva il duplice scopo di vedetta viaria e di approdo nautico. E’ stata cara al conservatore dei Civici Musei di Lecco, Antonio Balbiani, più volte assessore nel Comune di Mandello Lario. Balbiani, negli anni Sessanta del Novecento, sostenne un intervento di parziale recupero e di sistemazione di fronte a mura cadenti.


La Torraccia vista dalla superstrada e lo zappatore delle giubbe bianche austriache
nella ricostruzione storica delle Cinque Giornate di Milano

La Torraccia è stata, altresì, al centro della pubblicazione “Guida di Abbadia”, promossa dal Comune. Il volumetto venne curato da Massimo Grimoldi, con la prefazione di Salvatore Giujusa, noto docente di Lettere, studioso manzoniano, autore di una monumentale ricerca su tutte le opere dell’autore dei Promessi Sposi. Nella pubblicazione di Abbadia sono, però, poche le righe dedicate alla Torraccia, di cui si scrive: “Si sono perse, purtroppo, con la costruzione dello svincolo stradale, le tracce delle mura situate in territori circostanti”.
La Torraccia è stata meno menzionata in anni recenti rispetto ad altre torri della riva orientale del Lario, come Vezio e Maggiana (valorizzate da un’Associazione, “Amici”, che non esiste, invece per la Torraccia). L’antica costruzione di Abbadia sarebbe per qualche studioso il Castello di Francione, menzionato nel secolo X fra “Annali Sacri” di Como e Diocesi, ma vi sono alcune perplessità al riguardo. I secoli hanno smozzicato la Torraccia: bella ed altera appare solo la parete Nord, ritmata da due monofore poste in stretta diagonale. Il vento del lago sibila nel varco delle aperture e delle brecce sgretolate: può sembrare che fantasmi circondino l’antica costruzione.


La Torraccia vista dal sentiero

 Nel volume “Lecco 1960”, edito da Luigi Alfieri, in Milano, sulla Torraccia si può leggere: “Le comunicazioni tra Mandello e Lecco erano possibili solo attraverso il lago ed una malagevole mulattiera. Circa metà di questa, un fortilizio (la Torraccia), la dominava e con modesti mezzi poteva sbarrarla in qualsiasi momento”.
In tempi recenti si è parlato della Torraccia per la vicinanza con i dirupi delle Torri di Rialba, che sembrano incombere con strapiombanti pareti verso il lago e dove il rinvenimento di fornelli per mine ha avviato una ricerca di datazione storica ancora incerta, fra guerre risorgimentali e vicende belliche del secolo Novecento. E’ opinione diffusa che il tracciato in fase di realizzazione sul pendio del monte, sopra la sponda del lago, da Lecco ad Abbadia, valorizzerà la solitaria Torraccia, togliendola dall’isolamento e dalla dimenticanza. Potrebbe essere anche occasione per verificare l’origine della Gezzima di Pradello, oggi divenuta tipica locanda; sarebbe stata presidio dei genieri zappatori delle giubbe bianche austriache nei tempi antecedenti il 1859. Era un nucleo di vigilanza e di manutenzione di quel tratto della strada che si diceva “del cielo”, in quanto il nastro stradale finiva al Passo dello Stelvio.
A.B.
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