Lecco perduta/238: la ''Grande Lecco'' si è fermata al Ponte Vecchio?

E’ stato scritto più volte, in anni lontani e vicini, che il progetto della “Grande Lecco”, cioè l’unificazione amministrativa alla città di Lecco dei Comuni “contermini”, avvenuta con il Regio Decreto del 27 Dicembre 1923, si è fermata al Ponte Azzone Visconti. L’osservazione riportata corrisponde al vero. E’, infatti, noto che la Commissione Speciale presso il Ministero dell’Interno chiamata ad aggregare e ratificare i territori comunali di piccoli Municipi confinanti aveva disposto anche l’aggregazione a Lecco “per ragioni di continuità territoriale delle frazioni di Ponte Azzone Visconti e San Michele del Comune di Galbiate”.
La continuità territoriale fra Lecco e Galbiate era, in verità, inesistente in quanto appena oltre il Ponte Vecchio, sull’Adda, nella località caratterizzata dal rinomato Albergo San Michele, c’era il territorio comunale di Malgrate.


Lo storico Albergo San Michele, in territorio comunale di Malgrate

I confini fra Malgrate e Galbiate, sulla sponda dell’Adda antistante il territorio comunale lecchese, sono ancora segnati dalla linea confinaria della vecchia strada mandria, che porta verso la località di San Michele, sul Monte Barro. Coloro che escono da Lecco sul senso unico del Ponte Azzone Visconti trovano di fronte l’edificio color ruggine, con persiane verde scuro, che è stato il prestigioso Albergo San Michele: è chiuso da decenni ed è stato menzionato fra i migliori del territorio nella Guida 1927 della città di Lecco, edita da Ettore Bartolozzi. E’ stata, quest’ultima, la Guida che, accompagnando la seconda edizione della Mostra Quinquennale, può fornire ancora oggi un primo “insieme” del nuovo Comune di Lecco che aggregava i Municipi contermini, non omogenei nelle attività lavorative e divisi ancora nei territori di rispettiva appartenenza da ampi spazi verdi.


La strada verso la località San Michele, sul Barro, che segna i confini fra Malgrate e Galbiate

Quali sono stati i motivi principali che hanno bloccato un provvedimento che portava il Municipio di Lecco anche oltre Adda? Il principale è stato una realtà territoriale troppo spezzettata oltre il corso dell’Adda antistante la città di Lecco. Malgrate non doveva entrare nella nuova ampia Lecco, anche se in località Gaggio era già stato completato, nel 1933, il grande unico cimitero cittadino, che cancellava il frazionamento eccessivo dei piccoli camposanti rionali. Si veniva comunque, quantomeno, a creare un grande cimitero esistente fuori del territorio del Comune di appartenenza. Infatti, la località Gaggio era periferia campestre di Malgrate, ma accoglieva il nuovo grande cimitero della città di Lecco. Si disse allora che il nuovo ridimensionamento territoriale sarebbe avvenuto con la costruzione del nuovo ponte stradale in località Lazzaretto. I lavori vennero iniziati nel 1938, ma bloccati, poi, dagli eventi della Seconda Guerra Mondiale. L’inaugurazione, come noto, del Ponte Nuovo è dell’autunno 1955. Non si parlava più da anni di ampliare oltre Adda il territorio comunale di Lecco, segnato dai provvedimenti governativi del 1923/’24.


 La segnaletica stradale del Comune di Malgrate per Via San Michele

Era, intanto, avvenuto sul fronte religioso un cammino esattamente all’opposto di quello civico. La consistente ed estesa parrocchia di San Nicolò, che comprendeva Pescarenico, Caleotto, Pescate, Malgrate Porto e tutta la zona odierna di Viale Turati, sino al colle di Santo Stefano, era stata divisa da nuove realtà pastorali. L’ultima parrocchia ad essere canonicamente eretta nel territorio lecchese è stata, nel 1977, quella di San Carlo al Porto di Malgrate, ma che è stata anche la prima ad essere reintegrata nei precedenti ranghi con l’unità pastorale della Madonna del Rosario, presso la Basilica di San Nicolò. Solo recentemente la tendenza emersa all’inizio del Novecento alla frammentazione ed alla localizzazione di nuove realtà parrocchiali appare ora in fase decisamente rovesciata, all’insegna del motto “Non più piccoli orti, ma un’estesa vigna”. Sono queste considerazioni di carattere generale a far sì che la “Grande Lecco” sia ancora ferma al confine di una volta presso il Ponte Azzone Visconti. E’ stata un’occasione perduta per realizzare una città ancora più grande?
A.B.
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