In viaggio a tempo indeterminato/147: back to the USA
Back to the USA!
Siamo tornati negli Stati Uniti. Dopo 9 lunghi mesi in Messico era arrivato per noi il momento di cambiare aria.
Era da tempo che cercavamo informazioni online per capire dove potessimo andare, quali Paesi fossero aperti e quali si potessero visitare.
Giorni e giorni di ricerche che portavano sempre e solo a due alternative: Stati Uniti o Brasile.
Da un lato i fastfood, gli incendi e Trump.
Dall’altro il churrasco, la salsa e Bolsonaro.
Insomma, una bella lotta!
Come siamo finiti negli USA? Ecco come è andata...
Dopo averci pensato e ripensato più volte, a un certo punto eravamo tentati di rimanere in Messico per lo sfinimento.
Certo, credo avremmo divorziato prima della scadenza del visto, ma quello è un dettaglio.
La paura più grande era di cadere dalla padella alla brace e rimanere incastrati in un Paese che fosse anche peggio del Messico.
Una sera poi, ci arriva una mail da Fabrizio.
“Ciao ragazzi, ho visto il vostro video su Youtube. Io vivo a Houston e posso aiutarvi a organizzare tutto se deciderete di venire negli Usa.”
Houston?!? Texas?!?
A me, oltre che per la famosa frase “Houston we have a problem” non è che dicesse molto.
E già quello mi sembrava un campanello d’allarme.
A Paolo, invece, la parola “Houston” ha come acceso una lampadina. Ha interpretato quella mail come un segno che la strada mmmerigana era quella da seguire.
E così si è messo a spulciare ogni dettaglio possibile e immaginabile: voli, visto per entrare, cose da fare, costi.
Il volo è stata la parte più semplice. Cancun - Houston a 65$, bagaglio incluso. Un volo al giorno, sette giorni su sette.
Anche per il visto non avevamo particolari preoccupazioni.
Il nostro ESTA era ancora attivo dallo scorso anno e, non essendo stati in Europa negli ultimi 14 giorni, potevamo tranquillamente entrare negli USA anche per turismo.
Il problema principale rimanevano i costi. Gli Stati Uniti sono uno dei Paesi più cari per viaggiare e sono una sfida enorme per chi ha un basso budget come il nostro.
Visitarli con i mezzi pubblici, tra l’altro, è una sfida difficilissima in tempi normali, figuriamoci durante una pandemia.
Paolo però non si è arreso, nonostante i miei mille dubbi e il fatto che lo scoraggiassi in ogni modo, ha continuato imperterrito la sua ricerca.
Alla fine era convinto: “Andiamo a Houston da Fabrizio e ci compriamo una macchina. Così potremo spostarci e dormirci. Risparmiamo i soldi degli alloggi e in più limitiamo i contatti con le altre persone.”
Io ero piuttosto scettica, soprattutto perché comprare una macchina mi sembrava un’impresa complicatissima e invece...
Quindi eccoci qua. Una settimana dopo essere entrati negli Stati Uniti, con una macchina rossa che ancora non ci sembra vero sia nostra. L’abbiamo sistemata per dormire e siamo pronti a partire per questa nuova avventura.
Trovarla non è stato neanche così complicato, nonostante il nostro budget fosse meno di 2000$.
Di catorci ne abbiamo visti parecchi, alcuni con talmente tante spie accese da sembrare alberi di Natale.
Alcuni non partivano proprio, nonostante gli sforzi del proprietario.
Ad altri mancavano documenti o facevano rumori talmente strani da farci alzare lo sguardo al cielo e chiederci “ma sta passando un elicottero??”.
Alla fine però è arrivata lei, bella ma un po’ ammaccata. Con qualche scricchiolio qua e là ma con tutto lo spazio per poter dormire, nonostante non sia grande come una delle astronavi che guidano qui negli USA.
Ci accompagnerà nei prossimi mesi in questo nuovo capitolo del nostro viaggio.
Per qualcuno saremo dei folli o degli incoscienti a decidere di viaggiare ora.
Ci abbiamo pensato tanto e alla fine abbiamo deciso di metterci in gioco.
Siamo ovviamente gasatissimi!!
Siamo tornati negli Stati Uniti. Dopo 9 lunghi mesi in Messico era arrivato per noi il momento di cambiare aria.
Era da tempo che cercavamo informazioni online per capire dove potessimo andare, quali Paesi fossero aperti e quali si potessero visitare.
Giorni e giorni di ricerche che portavano sempre e solo a due alternative: Stati Uniti o Brasile.
Da un lato i fastfood, gli incendi e Trump.
Dall’altro il churrasco, la salsa e Bolsonaro.
Insomma, una bella lotta!
Come siamo finiti negli USA? Ecco come è andata...
VIDEO:
Dopo averci pensato e ripensato più volte, a un certo punto eravamo tentati di rimanere in Messico per lo sfinimento.
Certo, credo avremmo divorziato prima della scadenza del visto, ma quello è un dettaglio.
La paura più grande era di cadere dalla padella alla brace e rimanere incastrati in un Paese che fosse anche peggio del Messico.
Una sera poi, ci arriva una mail da Fabrizio.
“Ciao ragazzi, ho visto il vostro video su Youtube. Io vivo a Houston e posso aiutarvi a organizzare tutto se deciderete di venire negli Usa.”
Houston?!? Texas?!?
A me, oltre che per la famosa frase “Houston we have a problem” non è che dicesse molto.
E già quello mi sembrava un campanello d’allarme.
A Paolo, invece, la parola “Houston” ha come acceso una lampadina. Ha interpretato quella mail come un segno che la strada mmmerigana era quella da seguire.
E così si è messo a spulciare ogni dettaglio possibile e immaginabile: voli, visto per entrare, cose da fare, costi.
Il volo è stata la parte più semplice. Cancun - Houston a 65$, bagaglio incluso. Un volo al giorno, sette giorni su sette.
Anche per il visto non avevamo particolari preoccupazioni.
Il nostro ESTA era ancora attivo dallo scorso anno e, non essendo stati in Europa negli ultimi 14 giorni, potevamo tranquillamente entrare negli USA anche per turismo.
Il problema principale rimanevano i costi. Gli Stati Uniti sono uno dei Paesi più cari per viaggiare e sono una sfida enorme per chi ha un basso budget come il nostro.
Visitarli con i mezzi pubblici, tra l’altro, è una sfida difficilissima in tempi normali, figuriamoci durante una pandemia.
Paolo però non si è arreso, nonostante i miei mille dubbi e il fatto che lo scoraggiassi in ogni modo, ha continuato imperterrito la sua ricerca.
Alla fine era convinto: “Andiamo a Houston da Fabrizio e ci compriamo una macchina. Così potremo spostarci e dormirci. Risparmiamo i soldi degli alloggi e in più limitiamo i contatti con le altre persone.”
Io ero piuttosto scettica, soprattutto perché comprare una macchina mi sembrava un’impresa complicatissima e invece...
VIDEO:
Quindi eccoci qua. Una settimana dopo essere entrati negli Stati Uniti, con una macchina rossa che ancora non ci sembra vero sia nostra. L’abbiamo sistemata per dormire e siamo pronti a partire per questa nuova avventura.
Trovarla non è stato neanche così complicato, nonostante il nostro budget fosse meno di 2000$.
Di catorci ne abbiamo visti parecchi, alcuni con talmente tante spie accese da sembrare alberi di Natale.
Alcuni non partivano proprio, nonostante gli sforzi del proprietario.
Ad altri mancavano documenti o facevano rumori talmente strani da farci alzare lo sguardo al cielo e chiederci “ma sta passando un elicottero??”.
Alla fine però è arrivata lei, bella ma un po’ ammaccata. Con qualche scricchiolio qua e là ma con tutto lo spazio per poter dormire, nonostante non sia grande come una delle astronavi che guidano qui negli USA.
Ci accompagnerà nei prossimi mesi in questo nuovo capitolo del nostro viaggio.
Per qualcuno saremo dei folli o degli incoscienti a decidere di viaggiare ora.
Ci abbiamo pensato tanto e alla fine abbiamo deciso di metterci in gioco.
Siamo ovviamente gasatissimi!!
Angela (e Paolo)