Elezioni a confronto: l’exploit di Forza Italia e Fratelli d’Italia trascina Ciresa. Le civiche drenano voti al PD, tracollo 5 Stelle
Urne chiuse, spoglio effettuato, primo turno ormai archiviato. In attesa del ballottaggio in cui i cittadini lecchesi sceglieranno il sindaco dei prossimi cinque anni, ora è tempo di bilanci: cosa è cambiato tra questa tornata elettorale e quella precedente, quando nel 2015 fu riconfermato Virginio Brivio a guida della città?
Innanzitutto, un dato balza all’occhio: l’affluenza. Al primo turno di cinque anni fa infatti i votanti furono 21.915, pari al 57,46% degli aventi diritto che all’epoca erano 38.140. A questo giro, a fronte di un numero di aventi diritto solo leggermente più alto (38.451), l’affluenza è stata decisamente maggiore: 24.882 votanti (64,71%). I tremila votanti in più hanno influito in qualche modo sul risultato finale?
E in casa centrodestra? Nel 2015 la Lega di Salvini era solo all’inizio della cavalcata trionfale verso il 35% raggiunto alle europee del 2019: proprio in quell’occasione il Carroccio ottenne 8.310 voti, ben cinquemila voti in più rispetto al risultato dello scorso fine settimana. Nel mezzo, le elezioni politiche 2018 dove la Lega ottenne un sostanziale pareggio con il PD: 6.738 voti (25,4%). E proprio il Partito Democratico può comunque fregiarsi del titolo di essere sempre stato il primo partito in città fin dal 2014, con l’eccezione delle europee dell’anno scorso.
Discorso a parte per il Movimento Cinque Stelle, che in città non ha mai realmente sfondato anche quando a livello nazionale Di Maio portava i pentastellati a essere il primo partito: in quell’occasione (elezioni 2018) i grillini lecchesi si sono dovuti “accontentare” del 18%, pari a 4.781 voti. Niente a che vedere comunque con gli 893 portati a casa domenica e lunedì.
Innanzitutto, un dato balza all’occhio: l’affluenza. Al primo turno di cinque anni fa infatti i votanti furono 21.915, pari al 57,46% degli aventi diritto che all’epoca erano 38.140. A questo giro, a fronte di un numero di aventi diritto solo leggermente più alto (38.451), l’affluenza è stata decisamente maggiore: 24.882 votanti (64,71%). I tremila votanti in più hanno influito in qualche modo sul risultato finale?
Non è facile dirlo, perché esaminando i dati di quest’anno si scopre che entrambi i principali candidati – Peppino Ciresa per il centrodestra e Mauro Gattinoni per il centrosinistra – hanno preso più voti assoluti rispetto ai rispettivi omologhi di cinque anni fa.
Come noto, alle scorse amministrative il centrodestra si era presentato diviso tra due candidati: Alberto Negrini, sostenuto da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e dalla civica Viva Lecco, che aveva raccolto 5.582 preferenze, pari al 26,53% dei consensi; e Lorenzo Bodega che con il sostegno del Nuovo Centrodestra e di due liste civiche aveva catalizzato il 20,21% dei voti.
Quest’anno la destra si è presentata unita, raccogliendo 11.800 preferenze per il candidato Peppino Ciresa. Sommando i voti del 2015 di Negrini e Bodega si arriva a 9.835, a cui andrebbero aggiunti anche, in via ipotetica, i 560 voti raccolti da Vivere Lecco di Venturini (nel 2015 in coalizione con Brivio, mentre quest’anno in appoggio a Ciresa), per un totale di 10.395 voti. Ciresa ha quindi raccolto 1.405 voti in più rispetto ai candidati del centrodestra di cinque anni fa.
Ma un analogo discorso vale anche nel campo opposto, quello guidato da Mauro Gattinoni, che ha totalizzato 10.096 voti (41,67%). Come già detto, rispetto alla tornata precedente il campo del centrosinistra ha perso i voti di Vivere Lecco, oltre a quelli di Appello per Lecco che quest’anno è andata da sola, ma ha guadagnato quelli di Con la Sinistra cambia Lecco. Se guardiamo ancora i numeri assoluti, nel 2015 il centrosinistra di Virginio Brivio aveva preso 8.251 voti (39,22%), con i seguenti voti di lista: Partito Democratico 5.884 (29,6%), Appello per Lecco 1.312 (6,60%) e Vivere Lecco 560 (2,82%). La Sinistra guidata da Alberto Anghileri aveva invece preso 1.153 voti (5,48%). E quest’anno?
Emorragia di voti in casa Partito Democratico, che è sceso dal 29,6% al 18,36% (4.168 voti) perdendo circa mille preferenze a fronte di un’affluenza più alta, ma confermandosi comunque primo partito in città nonostante la campagna scialba. I voti persi dal PD è presumibile che siano comunque rimasti all’interno della coalizione, disperdendosi tra la sorpresa Fattore Lecco (11,70% con 2.656 voti) e Ambientalmente (5,25% con 1.192 voti), le due novità di questa tornata. Mentre la Sinistra si è confermata sui valori di cinque anni fa (5,70% con 1.295 voti), solo poche decine di voti in meno rispetto a quelli presi da Appello per Lecco cinque anni fa. È quindi probabile che le due nuove liste, Fattore Lecco e Ambientalmente, abbiano guadagnato voti a scapito del PD e che abbiano tratto vantaggio dall’affluenza maggiore.
Per quanto riguarda la situazione delle liste nel centrodestra, quest’anno abbiamo assistito a un exploit di Lecco Merita di più, la lista di Forza Italia, forte dell’ampio lavoro di propaganda portata avanti principalmente dal consigliere regionale Mauro Piazza. I forzisti hanno infatti raddoppiato i voti rispetto a cinque anni fa (da 1.323 voti pari al 6,65% a 3.197 voti pari al 14,08%). Stabile sui valori della precedente tornata la Lega: cinque anni fa le preferenze raccolte dal Carroccio erano state 3.165 (15,92%), mentre nel 2020 sono state 3.109 (13,69%). Risultati ben lontani comunque da quelli visti nelle elezioni europee dell’anno scorso, quando la Lega aveva preso in città 8.310 voti (36,70%).
Netta la crescita di Fratelli d’Italia, dove la sfida interna tra Zamperini e Caterisano non ha impedito al partito della Meloni di quintuplicare i voti: 461 nel 2015 (2,31%) e 2.036 nel 2020 (8,97%). In tale ultima percentuale c'è l'apporto di Destra per Lecco che, da sola, 5 anni fa, nella coalizione guidata da Bodega, aveva raggiunto il 3.5%.
La civica di Ciresa, guidata da Rossi e Boscagli, in un certo senso si sostituisce ai voti presi da NCD a sostegno di Bodega nel 2015: 2.382 cinque anni fa e 2.889 (12,73%) a questo giro. Una candidatura, quella di Ciresa, trainata quindi dalla netta crescita di Forza Italia e di Fratelli d’Italia.
Netta la crescita di Fratelli d’Italia, dove la sfida interna tra Zamperini e Caterisano non ha impedito al partito della Meloni di quintuplicare i voti: 461 nel 2015 (2,31%) e 2.036 nel 2020 (8,97%). In tale ultima percentuale c'è l'apporto di Destra per Lecco che, da sola, 5 anni fa, nella coalizione guidata da Bodega, aveva raggiunto il 3.5%.
La civica di Ciresa, guidata da Rossi e Boscagli, in un certo senso si sostituisce ai voti presi da NCD a sostegno di Bodega nel 2015: 2.382 cinque anni fa e 2.889 (12,73%) a questo giro. Una candidatura, quella di Ciresa, trainata quindi dalla netta crescita di Forza Italia e di Fratelli d’Italia.
E gli altri? Appello per Lecco, come visto, si conferma sostanzialmente sui livelli della precedente tornata: 1.312 i voti raccolti nel 2015 (6,60%), 1.335 quelli raccolti nel 2020 (5,88%) nella corsa solitaria. Mentre netto è il tracollo del Movimento Cinque Stelle, che passa dai 1.801 voti presi da Massimo Riva nel 2015 (8,55%) ai miseri 893 presi da Silvio Fumagalli il 20 e 21 settembre di quest’anno (3,69%), voti che potrebbero essere confluiti sia a destra che a sinistra, considerata la natura fluida che il Movimento ha sempre avuto. Il risultato delle amministrative condanna i cinquestelle all’esclusione dall’assise comunale, proprio nei giorni in cui la città di Lecco – ironia della sorte – sceglieva il sì con 15.513 voti (63,13%) al referendum, fortemente voluto dai grillini, sul taglio del numero dei parlamentari.
E in casa centrodestra? Nel 2015 la Lega di Salvini era solo all’inizio della cavalcata trionfale verso il 35% raggiunto alle europee del 2019: proprio in quell’occasione il Carroccio ottenne 8.310 voti, ben cinquemila voti in più rispetto al risultato dello scorso fine settimana. Nel mezzo, le elezioni politiche 2018 dove la Lega ottenne un sostanziale pareggio con il PD: 6.738 voti (25,4%). E proprio il Partito Democratico può comunque fregiarsi del titolo di essere sempre stato il primo partito in città fin dal 2014, con l’eccezione delle europee dell’anno scorso.
Discorso a parte per il Movimento Cinque Stelle, che in città non ha mai realmente sfondato anche quando a livello nazionale Di Maio portava i pentastellati a essere il primo partito: in quell’occasione (elezioni 2018) i grillini lecchesi si sono dovuti “accontentare” del 18%, pari a 4.781 voti. Niente a che vedere comunque con gli 893 portati a casa domenica e lunedì.
