Lecco: il 'Biennio rosso' raccontato tra le ex fabbriche dello sciopero metalmeccanico
Revisionismo: occorre. «Perché – spiega Casto Pattarini – si dà per assodato che l’occupazione nelle fabbriche nel 1920 fosse quasi una situazione prerivoluzionaria. In realtà, non fu altro che la mobilitazione dei soli lavoratori metalmeccanici per ottenere un miglior contratto di lavoro. E infatti, quella mobilitazione non coinvolse altri settori e quando fu firmato il contratto l’occupazione terminò».
Casto Pattarini
L'ex Faini
L'ex Badoni (con l'edificio chiamato comunemente Broletto)
L’occupazione della fabbriche fu possibile solo nelle aziende di grandi dimensioni proprio per la maggior organizzazione degli operai, molti reduci dalla Prima guerra mondiale quando avevano imparato a usare le armi e vissuto una forma particolare di aggregazione. E in quei giorni di settembre del 1920 «giocavano», per dirla con Pattarini, a fare i turni di guardia e a darsi una disciplina quasi militare. L’agitazione ebbe infatti scarso seguito nelle piccole aziende e in campagna, dove il rapporto tra lavoratori e proprietà era completamente differente.
La Fiocchi Bottoni
Una dozzina, come detto, le aziende coinvolte tra il centro di Lecco e Pescarenico: un’occupazione partita contemporaneamente per accordo dei lavoratori in modo di evitare che gli industriali potessero anticipare l’agitazione con una serrata.L’occupazione durò una ventina di giorni ed ebbe anche momenti drammatici. Poi, con la mediazione del capo del governo Giovanni Giolitti, sindacati e industriali raggiunsero l’accordo: gli operai ottennero aumenti salariali, sette giorni di ferie annui, riduzione dell’orario di lavoro e il pagamento delle stesse giornate di occupazione perché comunque gli operai avevano continuato a produrre.
Il ponte sulla ferrovia in Corso Matteotti
L'ingresso di Villa Badoni
Altri appuntamenti con le visite guidate sono in programma venerdì 11 settembre (in bicilcetta, perché è prevista una puntata a Pescarenico) e venerdì 18 settembre., In entrambi i casi, ritrovo alle 17 sul sagrato della basilica di San Nicolò.
D.C.