In viaggio a tempo indeterminato/143: si prepara la partenza

“Pa’ ma ti rendi conto che è già Settembre?!?”
Così, senza nemmeno accorgercene, è arrivato Settembre.
I due mesi ai Caraibi sono volati via come il palloncino colorato di un bambino che ha lasciato la presa.
Settembre per me è sempre stato un po’ come l’inizio dell’anno.
Credo che questa cosa mi sia rimasta da quando ero bambina e questo mese voleva dire un nuovo diario, dei nuovi quaderni e l’inizio della scuola.
Così ogni anno, quando agosto finisce, inizio a pensare a dei buoni propositi per il “nuovo anno”, a dei progetti da portare a termine, proprio come si fa a Gennaio.
Fare più sport e mangiare sano, sono sempre stati al primo posto della lista, salvo poi dimenticarmene o posticipare sempre l’inizio alla settimana successiva.
Questa volta però, è stato un po’ diverso.
Il nuovo obiettivo di questo settembre è diventato trovare un modo per riprendere a viaggiare.




E così è iniziata la ricerca di tutte le opzioni possibili e immaginabili, di quelle fattibili, di quelle desiderate, delle meno peggio.
Prima di questa pandemia mondiale, per noi programmare le tappe successive del viaggio era semplice.
Analizzavamo soprattutto tre fattori:
    1.    Serve un visto per entrare e quanto possiamo starci?
    2.    Quale è il costo medio?
    3.    Ci piacerebbe andarci?
Domande piuttosto semplici a cui rispondevamo dopo al massimo un paio d’ore di ricerca su Google.
Questa volta, invece, decidere è stato decisamente più complesso e laborioso.
Ai tre punti sopra abbiamo dovuto aggiungerne altri che venivano fuori man mano che ci addentravamo nella ricerca della nostra futura meta:
    4.    Il Paese è aperto per chi ha passaporto italiano?
    5.    Richiedono un test o dobbiamo fare la quarantena all’arrivo?
    6.    Come è la situazione in generale?
Carta e penna alla mano e seguendo un rigoroso ordine alfabetico, abbiamo provato a capire quali fossero le varie opzioni.
Dalla ricerca ne sono uscite novità interessanti. Ho scoperto, ad esempio, che Antigua e Barbuda è un unico Paese e che le Barbados dal Messico non sono poi così lontane.
Ho iniziato a sognare di andare in Giamaica o magari a Cuba, per poi accantonare l’idea all’ennesimo cavillo.



Dopo centinaia di foglietti e ricerche, siamo giunti a una conclusione: è un casino!
Alcuni Paesi hanno deciso che probabilmente non riapriranno mai più  i confini. Parlano di gennaio o aprile 2021, e se vanno avanti così, la gente farà prima ad andare su Marte che in Malesia o Indonesia.
Poi ci sono i Paesi che amano tenerti sulle spine fino all’ultimo. Da mesi dicono che riapriranno il primo settembre, ma poi la notte del 31 agosto fanno lo scherzetto e decidono di rimandare di almeno altri trenta giorni. Sì Colombia, parlo proprio di te!
Ci sono i Paesi che, oltre a tutti i test possibili e immaginabili, alla quarantena da fare in strutture a cinque stelle da loro designate, a un’assicurazione sanitaria costosissima, ti chiedono anche di attraversare la frontiera camminando a testa in giù mentre canti “Lasciatemi cantare, con la chitarra in mano, sono un italiano, un italiano vero”.
E, infine, ci sono i Paesi “aperti” dove si può entrare senza particolari restrizioni. A guidare la classifica di questa ultima categoria c’è ovviamente il nostro caro Messico che non ha mai chiuso i suoi confini. Nessun test richiesto, nessuna quarantena da fare, solo l’invito a rispettare le norme di igiene che ormai tutti conosciamo: mascherina, gel mani e distanza.



Un bel caos questo settembre che, a tratti, mi ha fatto rimpiangere quei periodi della mia vita in cui dovevo solo decidere tra iniziare un corso di yoga o uno di pilates.
Sono state giornate intense che abbiamo passato a scrivere mail alle ambasciate, a spulciare siti ufficiali, blog di viaggi, l’oroscopo di Paolo Fox.
In alcuni momenti io e Paolo eravamo talmente presi nelle ricerche, da dimenticarci di essere nella stessa stanza.
La buona notizia è che ne siamo usciti.
Ed è successo quando ci siamo resi conto che, ora, la situazione perfetta non esiste.
Abbiamo deciso di buttarci e abbiamo comprato un volo per l’ultimo posto dove avremmo mai immaginato di andare.
Da quello sono poi nate tantissime idee e ne verrà fuori un’avventura unica che cambierà il nostro modo di viaggiare.
Qualcuno penserà che siamo pazzi a voler riprendere ora il viaggio, ma dopo sei mesi di stop, ne sentiamo il bisogno. Lo faremo con tutte le precauzioni e l’attenzione del caso, ma ci proveremo!
Mancano ancora un po’ di giorni al volo e nel frattempo visiteremo altre zone del Messico.
Dove andremo poi?
Per scaramanzia non diciamo nulla, almeno finché non saremo atterrati.
Angela e Paolo
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