Chiusura delle discoteche, il gestore del Dancing Lavello: più sicurezza qui che in spiaggia

C'è sorpresa, ma soprattutto tanta amarezza e rabbia, nelle parole di Cesare Malinverno, uno degli imprenditori del nostro territorio colpiti dall'ultimo decreto del Governo. Il titolare del Dancing Lavello di Calolzio, al 50° anno di attività con la stessa gestione, non riesce proprio a digerire la scelta - formalizzata ieri, domenica 16 agosto - di (ri)chiudere le discoteche per contribuire a limitare la diffusione del Coronavirus, a seguito di un importante aumento di casi su tutto il territorio nazionale. Discoteche per cui, di fatto, la stagione è iniziata soltanto a metà luglio (e con non poche restrizioni), dopo diverse incertezze e altrettanti dietrofront sulla loro apertura dettati proprio dalla necessità di monitorare giorno per giorno l'evolversi dell'emergenza sanitaria e dunque di regolare di conseguenza le modalità di frequentazione degli spazi ad alto rischio di assembramento.


Un'immagine della pista da ballo del Dancing Lavello tratta dal sito del locale

"Non capisco proprio a quale gioco stiano giocando a Roma" ha commentato Cesare Malinverno, "fresco" di un confronto con alcuni colleghi e le associazioni territoriali di categoria, con cui quest'oggi ha condiviso la delusione e la rabbia per quanto stabilito a Palazzo Chigi. "Sono ripartite persino le navi da crociera, sulle spiagge non c'è posto nemmeno per uno spillo e i locali sono pieni ovunque: per un motivo o per l'altro, però, le discoteche sono sempre il capro espiatorio di tutti i problemi, con noi titolari descritti come "mezzi delinquenti". Mi sembra sia stata adottata una linea sovversiva nei nostri confronti, con un accanimento incomprensibile: andiamo bene soltanto quando dobbiamo pagare le tasse?".
Con tutti i dubbi del caso, le porte della sala da ballo calolziese si erano riaperte soltanto tre settimane fa, con i mesi migliori - quelli più intensi, ricchi di feste - già lasciati alle spalle, senza un euro in entrata nelle casse: buoni i riscontri ottenuti recentemente dai gestori, che avevano previsto di continuare con la programmazione estiva per un altro mese circa, cercando così di coprire con gli ingressi almeno le spese correnti dell'attività.
"Probabilmente era già tutto prestabilito, ma non riesco proprio a comprendere la ratio di questa decisione" ha proseguito l'imprenditore. "Qui da noi - come, ne sono certo, nella maggior parte dei locali di questo tipo - non sono mai mancati i controlli, anzi: ci siamo organizzati per sanificare continuamente i locali, verificare il corretto uso delle mascherine e misurare la temperatura a tutti gli ospiti, prendendo anche nominativi e firme all'entrata".
"La sicurezza era garantita più che in molte spiagge, ma sembra che nessuno lo abbia notato" ha concluso con amarezza Cesare Malinverno. "Avrei potuto capire l'introduzione di nuove restrizioni, magari per limitare ulteriormente la capienza delle discoteche, ma questa scelta non riesco ad accettarla: a questo punto credo che, purtroppo, per molti di noi sarà difficile andare avanti".
B.P.
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