Lecco: 25 anni fa la scomparsa di mons. Luigi Gandini

Venticinque anni sono già trascorsi da quel 10 luglio 1995, quando, durante un breve periodo di riposo estivo tra i monti della Val Masino, un improvviso malore colpiva mortalmente mons. Luigi Gandini, da oltre trent’anni prevosto a Seregno, insignito dell’onorificenza pontificia di protonotario apostolico e “Ragno” con i maglioni rossi dei famosi rocciatori della Grignetta, guidati dal prestigioso Riccardo Cassin.



Mons. Gandini (secondo da sinistra) riceve a Seregno il Papa Giovanni Paolo II

C’era in don Luigi una radicata passione ed amicizia per la montagna ed i suoi rocciatori, dagli anni trascorsi come rettore al collegio “Alessandro Volta” di Lecco, quando passava le vacanze nella residenza estiva della Montanina, ai Piani Resinelli.
Nel 1995 mons. Gandini stava celebrando il 50° della sua ordinazione sacerdotale, avvenuta nel duomo di Milano nel giugno 1945, quando la metropoli ambrosiana presentava tutte le laceranti e mostruose ferite dei bombardamenti aerei della guerra apena conclusa con la Liberazione dell’aprile precedente. Dopo la pausa estiva i festeggiamenti dl 50°  sarebbero proseguiti in settembre anche con una fiaccolata di staffetta podistica da Lecco a Seregno, ricordando gli anni passati al Volta ed il grande amore per le montagne con i Ragni della Grignetta.


Mons. Gandini benedice la dotazione di montagna de Ragni nel 1965, ai Piani Resinelli

Mons. Luigi Gandini, al momento dell’improvvisa scomparsa, aveva 73 anni. La camera ardente venne allestita nella chiesa di San Rocco, in via Cavour a Seregno; era stato nominato prevosto a Seregno nel 1964, subentrando a mons. Bernardo Citterio, nativo di Valmadrera, chiamato ad essere rettore del seminario teologico maggiore di Venegono e poi vescovo ausiliare di Milano.
Il 21 maggio 1993 mons. Gandini ebbe l’onore di ricevere a Seregno la visita del Pontefice Giovanni Paolo II, giunto a Milano per il congresso eucaristico nazionale e che aveva raggiunto Desio per visitare la città natale dl suo predecessore, papa Pio XI, il cardinale Achille Ratti, che era stato, tra l’altro, Nunzio apostolico in Polonia. Il Pontefice Giovanni Paolo II, da Desio raggiunse Seregno per incontrare una comunità alla quale era legato da vincoli di amicizia da quanto era vescovo in Polonia.


A sinistra mons. Gandini con il maglione rosso dei Ragni, a destra Gandini ad un raduno di coscritti della classe 1922,
mentre parla il sindaco di Lecco, Alessandro Rusconi; si riconosce il noto pediatra dott. Renato Pizzi, presidente del CSI


 Una folla imponente partecipò al funerale di mons. Gandini: quattro vescovi, un centinaio di sacerdoti, altrettante suore, autorità civili e militari, banda e cappella di Santa Cecilia, confraternite, associazioni religiose, culturali e sportive; migliaia di persone hanno composto il corteo dall’oratorio di San Rocco alla basilica di San Giuseppe. C’era il gonfalone civico di Seregno con il commissario prefettizio Giuseppe Resta; la bara era portata a spalla dai Ragni di Lecco. Seguivano la bara la sorella Maria, benemerita presidente dell’Istituto Airoldi e Muzzi di Lecco, con il marito Mario Sesana, le due nipoti Luigia ed Anna Maria ed altri parenti. Numerosi i lecchesi presenti, in particolare esponenti del CAI, ANA, Croce Rossa, SEL, del collegio Volta, Airoldi e Muzzi, delle suore di Maria Bambina del collegio di Rancio.


Il titolo di un quotidiano per la cronaca del funerale a Seregno di mons. Gandini

Il corteo funebre raggiunse fra canti, preghiere e continui applausi di due fitte ali di gente, la basilica di San Giuseppe. All’ingresso in chiesa la cappella Santa Cecilia eseguì l’antico canto latino “Tu es sacerdos in aeternum”, come il giorno della prima Messa di don Luigi, nella parrocchiale di Castello
La sera di vigilia del 20 dicembre 1959 per il 50° della cappella della Madonna Immacolata presso l’oratorio San Luigi di Lecco, don Luigi era stato chiamato a tenere l’omelia di riflessione e meditazione sullo storico anniversario del giorno successivo. Aveva, infatti, frequentato da ragazzo, pur risiedendo in via Col di Lana, già in parrocchia di Castello, l’oratorio della basilica, prima di entrare nel seminario diocesano.
A.B.
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