In viaggio a tempo indeterminato/135: la colonna sonora di un viaggio
No, non è qualche strana parola Maya ma la colonna sonora perfetta per questa foto che abbiamo scattato qualche mese alla Monument Valley negli USA.
La musica, sottofondo del film "Il buono, il brutto e il cattivo", era nella mia testa mentre guardavo quel paesaggio pazzesco e da pellicola western.
Mi immaginavo storie di cowboy, gomitoli di polvere che rotolano sulla sabbia, corse a cavallo.
Mi è tornata in mente pochi giorni fa, quando ho saputo della scomparsa di Ennio Morricone.
Mi sono resa conto che ogni parte del mondo in cui siamo stati in questo viaggio ha, per me, una colonna sonora che lo contraddistingue, spesso anche più di una.
Alla fine ogni momento importante della vita, a pensarci bene, lo si associa sempre a una musica perché i ricordi, per essere completi, oltre ad un immagine, hanno un suono, un sapore, un profumo.
Se penso al Messico, ad esempio, mi vengono in mente almeno due colonne sonore perfette.
La prima e più ovvia, è la canzone "Cielito lindo" cantata da un gruppo di mariachi in un assolato pomeriggio messicano, in una piazza del centro con un gruppo di signori anziani seduti su una panchina con il sombrero in testa.
"Ay, ay, ay, ay, canta y no llores
Porque cantando se alegran
Cielito lindo los corazones"
La seconda scelta, invece, può sembrare un po' strana. Per me il Messico suona un beat anni ‘80, con chitarre elettriche distorte. Un po' psichedelico e un po' retrò. Sì, lo so, non c'entra molto. Ma è l'impressione che mi da questo Paese, un po' confuso ma allegro, ritmato ma incomprensibile per molte cose.
Un po' come la colonna sonora che abbiamo usato in questo video perché alla fine i Caraibi per me sono come uno sgambato bikini anni 80, con colori accesi, come il rosso fuoco o il giallo fluo e fantasie eccentriche, con disegni di palme o ananas.
Per quanto riguarda le colonne sonore delle altre parti del mondo, per gli USA oltre a Morricone, aggiungerei anche una bella canzone country che ti fanno mettere le mani sul cinturone e ti fanno iniziare a muovere come se stessi indossando stivali da cowboy. Una di quelle che trattano argomenti profondi e rivoluzionari, tipo "She thinks my tractor is sexy" ("Lei pensa che il mio trattore sia sexy").
Ovviamente quando parlo di Usa non intendo le Hawaii. Il ricordo di quelle spiagge pazzesche e di quella natura assurda può solo come sottofondo un ukulele che suona melodioso.
Dopotutto cosa altro può servire in un posto così se non qualche nota allegra e un cocco?
La musica cambia decisamente se penso, invece, al Giappone. Per me questo Paese, suona della musichetta di un vecchio videogioco tipo Pac-man. Veloce, frenetica, robotica, ti sembra sempre di non essere mai abbastanza rapido. Mi ricorda la metropolitana di Tokyo nelle ore di punta.
Alla Corea, invece, non posso che associare la canzone di qualche boyband perché lì sono proprio fissati per questo genere. No, non cederò alla tentazione di associare la Corea al "Gangnam style" perché sarebbe troppo semplice. Non conoscendo però le canzoni delle "world famous Korean band" tipo i BTS, citerò la migliore boyband mai esistita... i Backstreet Boys, ovviamente!
"Everybody
Rock your body
Everybody, rock your body right
Backstreet's back, alright"
Tutt'altra storia per il Sud Est Asiatico. Sì, lo so, sembra impossibile avere una sola colonna sonora per così tanti Paesi diversi, ma il ricordo di quella parte di mondo per me è un mix tra la cantilena delle preghiere dei monaci buddisti in un tempio, un gong e il dlin dlin dlin ritmato della musica tradizionale cinese.
Non posso non chiudere questa rassegna musicale di viaggio con una delle hit più trash di sempre e che è così assurda, pazza e divertente da ricordarmi subito l'India e farmi sorridere.
Vi salutiamo quindi con Tunak Tunak Tun e, dato che al momento viaggiare in giro per il mondo ancora non è possibile, non ci resta che farlo con la musica.