Lecco perduta/225: la raffineria sulla Lecco-Bellagio

L’indimenticabile volume “Lecco 1960”, edito da Luigi Alfieri in Milano, con 200 illustrazioni panoramiche della città e dei dintorni, pubblica a pagina 145 la seguente didascalia “La idilliaca serenità del lago solcato da imbarcazioni di diporto, in contrasto con l’espressione tipica della moderna civiltà: serbatoi delle raffinerie di carburante”.
Era quest’ultima la raffineria ILSEA, in località Moregallo, sulla costiera lariana da Lecco a Bellagio, posizionata in territorio comunale di Valmadrera. Era sorta nel dopoguerra ’45, nella gemmazione del “miracolo” intorno all’oro nero della Valle Padana, ricercato e scoperto dal petroliere Enrico Mattei, caduto nell’autunno 1962 con il suo aereo a Bascapè vicino a Pavia. Rientrava da un’importante trasferta di lavoro, con l’aereo pernale, in Sicilia, dove aveva avviato un’intensa attività estrattiva. Sono passati quasi 60 anni, ma  dell’aereo caduto a Bascapè si torna ancora a parlare, ipotizzando nuove vicende e nuovi ruoli, oltre alla versione ufficiale più accreditata: quella di un fulmine che durante il temporale avrebbe colpito il velivolo decollato da Catania per tornare verso Milano.



Panoramica della raffineria ILSEA

La raffineria di Parè ha cessato l’attività dopo lo spaventoso incendio serale dell’autunno 1981, quando provocò anche il tragico bilancio di tre vittime e gravissimi danni alla struttura. Era avvenuto che una grossa frana staccatasi dalle sovrastanti pareti del monte Moregallo colpisse alcuni serbatoi provocando infernali scoppi ed incendi. A poco valse, di fronte alla vastità delle fiamme, il pronto e coraggioso intervento di diverse squadre dei vigili del fuoco, non solo provenienti dal Comando di Lecco.
La solitaria strada costiera Lecco-Bellagio ebbe un’improvvisa vivacizzazione con la raffineria al Moregallo, che operava ininterrottamente, alternando nelle necessarie fasi di verifica e di pulizia le diverse strutture. C’era, quindi, personale presente 24 ore su 24, come era in funzione un presidio fisso doganale della Guardia di Finanza, dipendente dal Comando di Brigata, allora in via Bovara, a Lecco.
Nell’estate 1966 il traffico sulla Lecco-Bellagio registrava momenti di particolare intensità nel tratto da Parè di Valmadrera ad Onno di Oliveto Lario. Un settimanale locale scriveva, il 25 luglio 1966, “Il traffico turistico in questi mesi estivi è particolarmente intenso sulla Lecco-Bellagio. Purtroppo uno dei maggiori intralci è rappresentato dalle autocisterne che vanno e vengono dalla raffineria ILSEA di Parè. Non sarebbe forse il caso di dotare la località di un semaforo?



Personale della raffineria negli anni '50

Il provvedimento auspicato non venne adottato, molto probabilmente per differenti proposte sulla posizione, sulla lunghezza e sulla durata dello stesso. Lo spaventoso incendio del 1981 fu un colpo mortale per la raffineria e per i suoi impianti, resi ulteriormente inservibili da un’altra grossa frana staccatasi qualche mese dopo, sempre dalle pareti del sovrastante monte Moregallo.
Nella corrente estate, i curiosi che in località Caviate guardano al tratto terminale del Lario lecchese, e posano lo sguardo sulla sponda opposta, notano laa torre, fornace di mattoni e di calce, valorizzata dal volontariato di alcuni giovani di Valmadrera: ma non vedono più tracce della raffineria. Il nuovo tracciato stradale in galleria ha tolto anche qualsiasi idea di collocare un semaforo.
A.B.
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