Lecco perduta/223: la Sagra dell'Alborella con la maxi padella di Camogli

Erano i giorni di inizio estate 1966, quando i lecchesi, ma anche tutti coloro che transitavano sul lungolago cittadino, notarono con grande sorpresa l’arrivo di una gigantesca padella proveniente dalle sponde del mar Ligure, dalla città di Camogli, nelle vicinanze di Genova. Lecco si preparava ad una stagione già da tempo programmata con importanti manifestazioni: in primo luogo il ventennale del gruppo Ragni, i “maglioni rossi” dell’arrampicata, che richiamava in città e ai Piani Resinelli per tre giorni un centinaio di alpinisti di fama internazionale, il Gotha della “roccia” di tutti i tempi. La regia organizzativa era di Dino Piazza e Riccardo Cassin. Era poi previsto alla Terrazza Martini di Milano il cocktail di presentazione della finale nazionale del “Cuoco d’Oro”, che avrebbe richiamato diverse maestranze di nazioni europee di fama internazionale.


Lo striscione della Sagra dell’Alborella

E’ stata, quindi, una piacevole sorpresa la notizia che la maxi padella della Pro Loco di Camogli avrebbe consentito una Sagra dell’Alborella in edizione lecchese, che “copiava” la grande manifestazione primaverile con il pesce azzurro del mar Ligure: si svolgeva, appunto, a Camogli con la frittura nel padellone di pesce freschissimo, preparato ad arte con oltre 3.000 litri di olio. La Sagra di Camogli era nata nel 1952 per iniziativa di una ventina di pescatori locali, subito sostenuta dal Comune e dalla Pro Loco. Era già entrata nella tradizione popolare, in occasione della festa patronale di primavera, con la processione religiosa dell’Arca di San Fortunato, lo spettacolo dell’incendio dei falò e quello dei fuochi d’artificio sul mare.


La gigantesca padella di Camogli

Quali furono i risultati dell'iniziativa sulle sponde del Lario lecchese? La stampa locale scriveva: “Oltre 3.000 persone hanno partecipato alla Sagra dell’Alborella, gremendo sino a sera il lungolago cittadino nella zona antistante il ristorante Oreste. La manifestazione è stata realizzata dall’Azienda Turismo di Lecco, in collaborazione con la Pescatori Nessi e con l’esperta direzione dell’ideatore del “Cuoco d’Oro”, Armando Bergamasco. Vi è stato un successo superiore a qualsiasi rosea previsione”.


Un momento della frittura sul lungolago di Lecco

L’enorme padella era giunta a Lecco accompagnata dal popolare pescatore Lorenzo Viacava, detto Napoli, e dal collega Simone Mortola. La giornata di festa sulle rive del lago è stata accompagnata dalle note del complesso folcloristico Renzo e Lucia con firlinfeu del quartiere San Giovanni, presentato da Gustavo Gnecchi. Qualche numero della manifestazione: oltre 10 quintali di cibo distribuito alla folla, che hanno richiesto l’uso di 500 litri di olio. Una delegazione ufficiale della città di Camogli accompagnava l’enorme padella, che si è confermata strumento di meravigliosa frittura per un pesce croccante ed asciutto. La delegazione vedeva il presidente dell’Azienda Turismo di Camogli, Livio Massa, l’ex presidente Filippo De Gregori, il consigliere delegato Giuseppe Massone. Vennero ricevuti dal numero uno dell’analoga realtà lecchese Giacomo De Santis, con il vice sindaco Antonietta Nava, l’assessore comunale Antonio Maggi, il consigliere provinciale Aristide Bolla, il presidente dell’Azienda Turismo Valsassina Reale Villa con l'omologo di quella di Bellagio Domenico Gilardoni, ed altre personalità.
Al termine della manifestazione, si poteva leggere sui settimanali locali del 1966: “I gentilissimi rappresentanti dell’Azienda Turismo di Camogli hanno distribuito al pubblico alcune riproduzioni in miniatura della padella con pesciolini in panno lenci”.
Insomma, commentò a voce alta uno dei presenti: “Questa padella ha rappresentato un “Cuoco d’Oro” popolare in anticipo rispetto a quello che vi sarà nel prossimo autunno. Ben venga un’altra edizione”.
A.B.
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