Lecco: la grande famiglia del Bertacchi saluta Dena Beverley, madrelingua inglese e 'maestra di vita' per 22 anni al Liceo
L'ex preside Ugo Baglivo ama parlare del Bertacchi come di una scuola dallo spirito umano, di una grande famiglia allargata ma unita. Dena Beverley, madrelingua inglese, per gli studenti del Liceo Linguistico è sempre stata l'amica con la quale aprirsi, quella figura che sì stava dall'altra parte della barricata ma senza tracciare confini, anzi. Sapeva approcciarsi agli studenti, con il suo modo di fare “so British”. Sapeva ascoltare. E dalla sua aveva anche la capacità di far sorridere, sdrammatizzando quando necessario con una battuta.
Ricorda “il suo umorismo capace di smussare gli imbarazzi” anche la professoressa Catherine de Senarclens. “Dena Beverley era una maestra di vita: aveva una capacità tutta sua di rapportarsi con gli studenti, sapeva insegnare senza far venire il timore dell'errore. Sapeva creare un clima molto sereno e di apertura, così come altri madrelingua capaci di trasmettere il modo diverso di vivere del loro Paese ai nostri ragazzi. Avrebbe potuto scegliere un liceo di Como, vicino a casa. E invece ha sempre preferito una scuola che già conosceva e amava. Ma era lei stessa a creare quell'ambiente bello che le piaceva del Bertacchi. Con lei molte classi hanno viaggiato all'estero, io stessa sono stata con lei negli Stati Uniti, in Polonia, in Germania ma anche a Napoli. Erano sempre occasioni di apprendimento che superavano il discorso linguistico. D'estate promuoveva poi viaggi studio, permettendo ai ragazzi di allargare ulteriormente i loro orizzonti. Ci sono studenti che si sono iscritti all'università all'estero, conseguendo poi risultati importanti, grazie a Dena. Al Bertacchi ha lasciato sicuramente un'impronta importantissima. E ha lasciato anche amici ovunque è andata. Lo testimoniano le centinaia di Christmas cards che mandava e riceveva da tutto il mondo”.
Portata via velocemente da una malattia che non le ha lasciato scampo, la professoressa si è spenta nella giornata di ieri a Como, dove da sempre viveva, circondata dall'affetto del marito – insegnante anch'egli ma di storia e filosofia – nonché dei suoi tre figli e dei quattro nipotini, ognuno dei quali avrà sicuramente ereditato un pezzettino della squisita cordialità di una nonna capace sempre di non prendersi troppo sul serio.
Dena Beverley in una foto scattata nel 2006, in gita a Berlino, con Ben,
studente americano ospite del Bertacchi per alcuni mesi
Ricorda “il suo umorismo capace di smussare gli imbarazzi” anche la professoressa Catherine de Senarclens. “Dena Beverley era una maestra di vita: aveva una capacità tutta sua di rapportarsi con gli studenti, sapeva insegnare senza far venire il timore dell'errore. Sapeva creare un clima molto sereno e di apertura, così come altri madrelingua capaci di trasmettere il modo diverso di vivere del loro Paese ai nostri ragazzi. Avrebbe potuto scegliere un liceo di Como, vicino a casa. E invece ha sempre preferito una scuola che già conosceva e amava. Ma era lei stessa a creare quell'ambiente bello che le piaceva del Bertacchi. Con lei molte classi hanno viaggiato all'estero, io stessa sono stata con lei negli Stati Uniti, in Polonia, in Germania ma anche a Napoli. Erano sempre occasioni di apprendimento che superavano il discorso linguistico. D'estate promuoveva poi viaggi studio, permettendo ai ragazzi di allargare ulteriormente i loro orizzonti. Ci sono studenti che si sono iscritti all'università all'estero, conseguendo poi risultati importanti, grazie a Dena. Al Bertacchi ha lasciato sicuramente un'impronta importantissima. E ha lasciato anche amici ovunque è andata. Lo testimoniano le centinaia di Christmas cards che mandava e riceveva da tutto il mondo”.
Nativa di Manchester – quel puntino che ad ogni prima lezione disegnava sulla lavagna all'interno del triangolo con cui stilizzava la Gran Bretagna – Dena Beverley era approdata al Bertacchi nel 1992 (collaborando poi anche con la Kolbe e aggiungendo qualche ora, per una breve parentesi, al Bachelet di Oggiono), passando infine al Manzoni – con il trasferimento del Linguistico – per raggiungere il traguardo della pensione nel 2014.
Dena Beverley
“Ti faceva capire cos'è l'inglese e cos'è l'Inghilterra nella maniera più genuina: la sua era l'ora di conversation, tanto informale – anche per il suo stile – quanto fondamentale per comprendere il perimetro della lingua e della cultura” ricorda, a distanza di 17 anni dal primo giorno di scuola, l'ex alunno Francesco Di Gennaro. “Non si può non avere un bel ricordo di Dena: se ho scelto poi di studiare Lingue è anche grazie a lei. La funzione della madrelingua è tanto semplice quanto spesso purtroppo sottovalutata. Lei per noi era una nota di Inghilterra “vera”, oltre la grammatica, pur importante. E poi lei era di una gentilezza incredibile: non ha mai avuto bisogno di alzare la voce, bastava la sua presenza. Era una persona che tutti rispettavano”.Innumerevoli gli aneddoti legati poi al suo già citato humour inglese, che rallegrava le lezioni, rendendole piacevoli e interessanti. “Faceva molte battute ed era davvero divertente. E’ stata lei a insegnarci come pronunciare correttamente “Manchester” e a utilizzare espressioni buffe come “Easy peasy Japanese” o “See you later alligator”. Era davvero adorabile” sostiene Francesca Codega. “Una volta, durante una sua lezione, stavo chiacchierando con qualcuno. Lei non si è arrabbiata, ma anzi l’ha messa come sempre sul ridere” ha aggiuto Giulia Franzolini. “Non ci sgridava mai, ma sapeva come farsi ascoltare”, le ha fatto eco l’ex compagna Alice Todeschini. “Per lei Manchester era la città più bella del mondo – ha detto invece Nadira Alibasic – Non mancava mai di menzionarla e ricordarla”.
Eppure aveva anche Lecco e il “suo” Bertacchi nel cuore.
E nel cuore ancora la porta chi l'ha conosciuta.
L'ultimo saluto le verrà tributato mercoledì, alle ore 15, nella chiesa di San Bartolomeo in Como. 