SCAFFALE LECCHESE/1: 'A piedi' con Silvia Tenderini, camminando tra le pagine del suo nuovo libro

Inizia oggi una nuova rubrica. Scaffale lecchese per libri nuovi, vecchi e addirittura d’altri tempi. Pagine memorabili e altre magari un po’ meno. Ma tutte scritte dalle nostre o sulle nostre parti. Una sorta di guida alla formazione di una specie di “biblioteca minima” – con scelte naturalmente discutibili secondo la sensibilità di ciascuno – sulla nostra città e il nostro territorio, i nostri paesaggi e personaggi, i nostri autori. Riscoprendo anche titoli dimenticati e storia che meritano di essere conservate.

Mica vorresti mettere la sgambatella a Camposecco, sopra Maggianico, con il vero Cammino? Quello con la “c” maiuscola, quello di Santiago de Compostela, per intenderci? Sarà che a Camposecco – leggiamo – c’è «la polenta più buona del mondo», ma accostamenti di tal portata fanno pensare a farine allucinogene o, più “lecchesemente”, alle ciucche dure delle serate nei rifugi.

Silvia Tenderini

Ha un bell’ardire, dunque, Silvia Tenderini, archeologa lecchese e consulente del Museo Giovio di Como, con già all’attivo diversi libri dalle Alpi alla Persia, figlia della montagna ma che le montagne preferisce scenderle. Un bell’ardire, mettere in fila una serie di camminate andando appunto dal sentiero Rotary (che taglia e mazza costa il Resegone e il Magnodeno) a Compostella. Un bell’ardire, dunque.

Il Lago di Como, chiesa di San Giacomo a Spurano
Sotto: Cammino del Nord, Spagna, verso La Isla

Il “messaggio” di Tenderini è che non importi su quale strada, ma l’importante sia camminare. Come, all’indomani di una devastante operazione chirurgica, le consigliò l’oncologa che l’aveva in cura: «Silvia, vai a camminare un po’…». Da allora – spiega Tenderini - «sono migliaia i chilometri che faccio a piedi ogni anno. Camminate, amici, perché camminare fa bene al fisico e all’animo»: è la conclusione del nuovo libro dell’autrice lecchese, “A piedi – Vagabondare tra i Cammini d’Italia e d’Europa” (edito da Alpine Studio, 218 pagine, 16 euro).

La copertina del volume

Sono una trentina le “tracce” suggerite nel volume, divisi in sette capitoli. Lungo i fiumi: il Naviglio Pavese; il torrente Pioverna; l’Adda in Valtellina, in Brianza e nel Lodigiano; il Mera in Valchiavenna e il Brembo. Attorno ai laghi: Segrino, Annone, Garlate, Poschiavo e Sils in Svizzera, il Lario del Viandante e quello della Regina e della Greenway. E poi, giù dalle montagne (mica su: non poteva essere diversamente, vi lasciamo alla lettura per capirne i motivi) ed è qui che compare il Sentiero Rotary, elencato tra il Cardinello e la via Mala allo Spluga e i Terrazzamenti valtellinesi. E avanti, con la pianura, le vie verso il mare e gli oceani e verso Roma: tratti della Via Francigena, della Via Postumia e appunto del Cammino di Santiago. Come si nota, le “sgambatelle” tranquille sotto casa e gli itinerari più impegnativi e faticosi.

Il Sentiero dei Terrazzamenti in Valtellina
Sotto: La via Mala in Svizzera

Il pregio del libro – che non è una guida tecnica ma un racconto delle camminate – sta nel fatto che Silvia Tenderini non cede al narcisismo o all’ego, dedicando invece poche righe a se stessa, quel tanto che basta a trasmetterti l’emozione di un momento, un’atmosfera. Si dilunga invece sugli aspetti storici e naturali a spiegare al “camminante” tutto quanto è passato nel tempo su quelle strade. E naturalmente gli incontri – di ogni tipo, a volte “magici” - lungo il percorso.
Dario Cercek
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